Un nuovo meccanismo di vendita militare, più contributi per l’acquisto di armamenti, accesso continuo ai prodotti essenziali per la difesa.
Sono solo alcuni dei punti facenti parte della nuova proposta di creazione di un Programma europeo per l’industria della difesa (Edip). Quello che a tutti gli effetti è il nuovo step di Readiness, il Piano per la difesa comune europea, è stato approvato nelle scorse ore in Commissione Itre. Si tratta della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo.
Si tratta di un provvedimento che va a incidere in particolare sui settori dell’industria e delle tecnologie, dando loro nuova linfa. Il 5 marzo 2024 la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento sul Programma Edip. Partendo da un bilancio da 1,5 miliardi di euro, si punta a rendere pronta l’industria europea della difesa con due leggi in particolare. La prima sosterrebbe la produzione di munizioni. La seconda inaugurerebbe il sistema di appalti comuni tra più Stati membri.
L’industria europea per la difesa comprende numerose grandi multinazionali, grandi società e oltre duemila piccole e medie imprese, con un fatturato annuo complessivo stimato di 70 miliardi di euro. Gli eurodeputati, insomma, sono alle prese con l’applicazione sostanziale di quanto contenuto nel Piano Readiness (ex ReArm). Il progetto è stato presentato nelle scorse settimane dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Gli eurodeputati vogliono che il nuovo programma si concentri sul miglioramento della fornitura di armi, munizioni e altri prodotti in caso di crisi. Incrementando le capacità produttive o garantendone l’aumento. E riducendo i tempi di produzione e consegna e aumentando le scorte. Tra le altre cose è stato introdotto il principio “acquista europeo”. In base a tale principio l’Edip dovrebbe finanziare solo i prodotti in cui il costo dei componenti originari dell’Ue o dei Paesi associati rappresenta almeno il 70% del valore stimato del prodotto finale.
Per accedere ai fondi, i progetti di difesa europei di interesse comune devono coinvolgere almeno sei Stati membri. O almeno quattro che siano altamente esposti al rischio di minacce militari convenzionali.
Gli eurodeputati vogliono che partecipi al processo anche l’Ucraina. Il meccanismo di vendita militare europeo funzionerebbe come un catalogo centralizzato di prodotti e servizi per la difesa. L’obiettivo è sostenere la domanda a livello dell’Ue.
Nell’ambito del nuovo regolamento, i deputati hanno inoltre sostenuto uno Strumento di sostegno all’Ucraina (Usi) per garantire la modernizzazione e l’integrazione dell’industria della difesa ucraina. Il finanziamento dell’Ue incrementerebbe gli investimenti diretti nell’industria della difesa ucraina, faciliterebbe i partenariati tra gli attori della difesa dell’Ue e dell’Ucraina e aumenterebbe gli appalti per le capacità di difesa prodotte proprio in Ucraina.
“La nostra posizione sull’Edip – ha dichiarato Marie-Agnes Strack-Zimmermann, presidente della Commissione per la Sicurezza e la Difesa – invia un messaggio forte al Consiglio affinché definisca la propria posizione al fine di avviare i negoziati interistituzionali. Il Parlamento europeo insisterà per l’adozione di un regolamento rigoroso che incentivi gli Stati membri dell’Ue a promuovere gli appalti congiunti al fine di costruire capacità di difesa europee comuni: più forti, strategiche, efficienti e unite”.