James Cameron ha parlato di quando si impose sul set del primo Avatar e dell’importanza di godere del film in una sala cinematografica
Quando si è famosi e talentosi si diventa anche potenti ed è ciò che è capitato a James Cameron dopo Titanic. Il regista canadese, durante le riprese del primo Avatar (2009), si conquistò, a forza di incassi mastodontici, il diritto di imporre alcune decisioni prettamente produttive alla 20th Century Fox, che fu costretta ad accettare le direttive di Cameron.
Il regista di Titanic ha voluto raccontare in prima persona cosa accadde: “Lo studio riteneva che il film dovesse essere più breve e che ci fossero troppi voli sugli ikran, quelli che gli umani chiamano Banshee. Così, ho tracciato una linea e ho detto: ‘Sapete una cosa? Ho fatto Titanic. Questo edificio in cui ci stiamo incontrando ora, questo nuovo complesso da mezzo miliardo di dollari sul vostro terreno? È stato Titanic a pagarlo, quindi lo posso fare”.
L’importanza della sala per Avatar
Oltre alla fondamentale presa di posizione sopracitata, Cameron ha recentemente parlato di quanto sia importante il ritorno del primo Avatar al cinema, necessario a preparare a dovere le nuove generazioni al secondo capitolo: “È stato un vero piacere guardarlo, nella sua versione completamente rimasterizzata, qualche settimana fa con i miei figli… hanno potuto vederlo per la prima volta in 3D, con un buon livello di luce e di proiezione. E hanno pensato: ‘Oh, va bene. Ora capisco’. Che, si spera, sarà la reazione del pubblico in generale. [Gli spettatori giovani], anche se pensano di aver visto il film, in realtà non l’hanno visto. E sono rimasto piacevolmente sorpreso, non solo per quanto regga bene, ma anche per la sua bellezza nella versione rimasterizzata”.
Le parole di Cameron fungono anche da poderoso incentivo per andare a vedere in sala anche il secondo capitolo della saga, in uscita il 14 dicembre di quest’anno.