A tre giorni dal voto ecco i punti di forza e le criticità dei partiti di maggioranza: centrodestra, centrosinistra, terzo polo e 5Stelle
La forza di Fratelli d’Italia, che fa da punto di riferimento per la coalizione di centrodestra. Le difficoltà del Pd, che sembra perdere terreno al pari della Lega. L’avanzata del Movimento 5 Stelle e l’incognita legata ad Azione. A tre giorni dal voto le forze di maggioranza si interrogano e cercano di preparare l’ultimo assalto. Ecco la situazione nei vari partiti.
Fratelli d’Italia vola, Lega in calo
Il centrodestra resta in una situazione di forza. Il vantaggio è rimasto costante nel corso delle settimane e non si è abbassato. Fratelli d’Italia guida il gruppo, con percentuali altissime, che sfiorano il 25%. Giorgia Meloni ha dovuto correre una campagna elettorale in prima linea, ma la linea dei suoi detrattori (che hanno puntato più sulla sua demolizione, che sulla forza dei progetti alternativi), ha finito per avvantaggiarla. Negli ultimi giorni la leader e candidata Premier ha puntato molto sul meridione, cercando di accorciare il gap con i 5Stelle e puntando su una politica di impatto. La bocciatura del reddito di cittadinanza porterà vantaggi o rischia di essere stato un autogol? All’interno della coalizione sta perdendo terreno la Lega, che secondo i recenti sondaggi sarebbe in forte calo. Le recenti prese di posizione di Salvini (sulle sanzioni, sul canone Rai e sulle auto elettriche), non sembran aver fatto breccia. Resta stabile Forza Italia. Il centrodestra, seguendo i numeri, viaggia verso il successo. Ma, come hanno confermato politologi ed esperti, il difficile per Giorgia Meloni, dovrebbe arrivare dopo il voto: riuscire a mantenere unita la coalizione e trovare punti di unione su temi delicati.
Il Pd tra il presente e il futuro
La sensazione forte, all’interno del Partito Democratico, è che si stia giocando una doppia partita: quella di Letta che tenta un disperato recupero sulla Meloni e che prova ad allontanare i 5 Stelle, e quella interna per trovare un sostituto dell’attuale leader, una volta terminate le elezioni. Il segretario del Pd ha incassato colpi molto duri: primo fra tutti la rottura con Calenda. Nei sondaggi il Partito Democratico si assesta intorno al 20%. Ma alcuni sono pronti a scommettere che la forza sia destinata a scendere. Ma il Pd può contare su uno zoccolo duro molto forte e, una volta terminate le elezioni, dovrà chiarire eventuali nuove coalizioni. Sono tanti a scommettere su un possibile ritorno all’accordo con il Movimento 5 Stelle.
Conte in risalita
Il partito di Giuseppe Conte è in forte risalita. Appena è uscito dal Governo ed è tornato all’originario ruolo di partito (pardon di Movimento) di rottura, ha ripreso nuova linfa ed è tornato a far breccia nel cuore dell’elettorato. La spinta decisiva arriva dal sud. Con il reddito di cittadinanza, Conte ha trovato una grandissima forza dall’elettorato del meridione. I recenti sondaggi assestano i pentastellati vicini al 18%, non troppo lontani dal Partito Democratico. Riusciranno a colmare ulteriormente il gap. E una volta terminate le elezioni torneranno a creare una nuova alleanza?
Il ruolo di Renzi e Calenda
Il terzo polo è partito tra lo scetticismo generale; dopo poche settimane sembrava destinato a raggiungere vette importanti (qualcuno aveva addirittura ipotizzato che sfiorasse il 10%), mentre ora sembra tornato ad una posizione meno ambiziosa. Renzi ha lasciato spazio a Calenda, regalandogli il ruolo di leader, ma sono in tanti a credere che le forze interne alla coalizione possano essere ribaltate. Che ruolo giocheranno? Ad oggi Azione e Italia Viva continuano a ipotizzare un ritorno di Mario Draghi e la continuazione dei progetti portati avanti dal precedente Governo. Ma avrà senso ancora ipotizzare una nuova legislatura caratterizzata dalle larghe intese?