Aumento bollette, ecco il bonus dei 600 euro: a chi spetta e chi no

Con l’aumento vertiginoso da parte delle bollette è in arrivo il bonus dei 600 euro per cercare di pagarne una parte che riguardi acqua, luce e gas. Non tutto, però, ne possono usufruire. A chi spetta e chi no e soprattutto come funziona?

Arriva un grande assist da parte del governo. Pochi giorni fa, direttamente dal Senato, con il ‘decreto aiuti-bis’, sono state introdotte delle nuove possibilità per le aziende del nostro paese per concorrere alle spese dei propri dipendenti per quanto riguarda il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas. Si tratta di un vero e proprio “fringe benefit“.

A chi spetta e chi no il bonus dei 600 euro
Arriva il bonus dei 600 euro (Ansa Foto)

Per chi non conoscesse il significato non è altro che una opportunità esentasse che le imprese potranno dare ai propri lavoratori per poter effettuare spese oppure ottenere rimborsi grazie ad un welfare aziendale. Ovviamente vi starete chiedendo come funziona il tutto. Nella normativa che ora vi riportiamo, l’importo massimo è stato elevato dalla cifra di 258,23 euro fino ad arrivare ai famosi 600. Fino ad un tetto di 600 euro, però, le aziende potranno concedere tra questi benefit anche la possibilità di pagare o farsi rimborsare le utenze. Una misura che è stata calcolata dal governo e che vale quasi 82 milioni di euro.

Bonus 600 euro per pagare le bollette: come funziona?

A chi spetta e chi no il bonus dei 600 euro
Arriva il bonus dei 600 euro (Ansa Foto)

Per l’azienda sono somme deducibili che si riducono con l’imponibile fiscale dell’imprese. Per quanto riguarda il lavoratore, invece, sono somme soggette a contribuzione e nemmeno al prelievo fiscale. In poche parole? Sono soldi netti e che si possono spendere. Per il 2022 il tetto è fissati a 600 euro. Per possibili nuovi rinnovi sarà cura del nuovo governo prenderne atto.

Chi non rientra a far parte di questo beneficio è il “bonus-carburante” da 200 euro. Anche in questo caso nulla cambia per l’azienda per i propri dipendenti. In questo caso, però, i 200 euro sono considerati aggiuntivi rispetto ai 600 che prevede il decreto “aiuti-bis”.

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