Nella classifica, dopo la frutta, rientrano anche latte e yogurt, affettati e salumi, riso e cereali e infine i cibi pronti
Alla vigilia della Terza Giornata internazionale di consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari, la Waste Watcher International ha calcolato che il cibo buttato durante il 2021 si porta dietro uno spreco di ben 4,02 miliardi di euro di energia nascosta.
Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Sudafrica, Brasile e Giappone, sono le nazioni monitorate dallo studio che ha portato a risultati davvero preoccupanti dal punto di vista dello spreco alimentare.
La frutta è l’alimento più sprecato al mondo
È la frutta l’alimento più sprecato del pianeta, a rilevarlo sono i dati del 2° Cross Country Report dell’Osservatorio Waste Watcher International che ha condotto uno studio in occasione della 3^ Giornata internazionale di consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari e della Giornata mondiale del cibo, il World Food Day, in programma nei prossimi giorni. Lo studio ha riguardato nove paesi del mondo: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Sudafrica, Brasile e Giappone. Dalla ricerca è emerso che gli italiani gettano individualmente 30,3 grammi di frutta alla settimana, segue l’insalata con una media di 26,4 grammi pro capite e il pane fresco con 22,8 grammi. Fanno peggio di noi gli Stati Uniti, con 39,3 grammi di frutta a testa sprecata, la Germania con 35,3 grammi e il Regno Unito che si attesta su uno spreco settimanale di 33,1 grammi a testa.
Non solo la frutta finisce nella spazzatura
Ma nella classifica degli alimenti più sprecati rientrano anche latte e yogurt, affettati e salumi, riso e cereali e infine i cibi pronti. Waste Watcher ha calcolato che vale ben 4,02 miliardi euro lo spreco di energia nascosta nel cibo gettato via durante il 2021 solo nelle nostre case. Un costo che porta a circa 11 miliardi di euro complessivi il valore dello spreco alimentare domestico in Italia, sulla base di un costo dell’energia elettrica pari a circa 0,4151 €/kWh. “Ridurre lo spreco alimentare determinerebbe una diminuzione non solo dell’impronta energetica ma anche degli impatti ambientali” ha affermato il direttore scientifico Waste Watcher Andrea Segrè.