Sanremo, Ron si scaglia contro Amadeus? Ecco il pensiero del cantante sul Festival

Il cantautore è alla prese con il suo ultimo album, appena uscito, e raccontando il suo lavoro parla anche del Festival della musica italiana

Ron, al secolo Rosalino Cellamare, è impegnato con la presentazione del nuovo album di inediti ‘Sono un figlio’, dedicato al padre. E’ un lavoro che in un certo senso mette a nudo l’artista, che parla del suo trascorso ed in modo particolare della sua famiglia.

Ron contro Sanremo e Amadeus
Amadeus – Ron (Instagram)

L’artista, intervistato per l’occasione dal Corriere della Sera, ha raccontato del suo ultimo progetto, facendo anche un accenno al Festival di Sanremo, non nascondendo che non approva alcune decisioni.

Ron: “Sarebbe il festival della canzone, quindi dovrebbero scegliere in funzione dei brani”

Ron il Festival della musica italiana lo ha vissuto per otto edizioni ed ha trionfato nel 1996 insieme a Tosca. A proposito di questo il cantante ha avuto uno sfogo mirato, sembrerebbe, al lavoro di Amadeus (anche se il direttore artistico dell’evento dell’Ariston non è mai stato citato): “Non mi hanno invitato. Sarebbe il festival della canzone, quindi dovrebbero scegliere in funzione dei brani, invece mi sembra che sia tutto sui personaggi, su chi canta.

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Poi chiaramente si dedica al suo ultimo album, tralasciando la delusione: “Ho voluto raccontare la storia dei miei genitori nella canzone che dà il titolo all’album. Me l’avevano raccontata e a 13 anni l’avevo scritta nel mio diario. A fine guerra, mio padre era in fuga dei tedeschi e si rifugiò in una cantina dove, il mattino dopo, mia madre lo trovò. Da lì è successo tutto. Ora che ho un nipotino piccolo mi pento di non aver avuto figli miei”.

Infine Ron chiosa: “Ero un bambino apparentemente dolcissimo ma facevo cose allucinanti ai compagni di giochi. Una volta ne spinsi uno nella cisterna, era vuota, del gasolio. I suoi genitori non la presero bene. Però sono stato bullizzato. In quarta o quinta elementare c’erano dei ragazzotti che mi seguivano per prendermi a pedate. Soffrivo dentro, ma non dissi nulla. A fine scuola vennero a chiedermi scusa, però io nel frattempo le avevo prese”.

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