“Ha tirato fuori una persona che per mia figlia Giorgia le ha portato solo lacrime. Ha attribuito parole a mia figlia che non ha mai detto né mai pensa”
Colta, diretta e con la passione della scrittura. Una donna con la D maiuscola, una mamma che ha dovuto fare tutto da sola, portare avanti una famiglia e crescere due figlie, considerato che il marito, con le figlie ancora piccole, ha deciso di lasciarle tutte e tre. Una vita dura, ma sempre a testa alta, soprattutto adesso che una delle due figlie è senza dubbio la donna più importante e influente d’Italia. Ma lei, Anna Paratore, la mamma di Giorgia Meloni, è rimasta e rimarrà sempre la stessa. Umile e tosta come la figlia. Una che non ha mai parlato, né si è fatta conoscere, ma da poco ha deciso di rompere gli indugi e venire allo scoperto, ma non per avere notorietà, solo per ribadire alcuni concetti e difendere la “propria piccola”.
Dopo la vittoria, qualche battuta e niente di più, ma quanto scritto dalla giornalista palestinese Rula Jebreal, l’ha fatta arrabbiare e le ha fatto venire voglia di parlare e di uscire allo scoperto con tutta l’indignazione di questo mondo. E raccontare, soprattutto sottolineare una situazione di cui nessuno conosce la storia e la sofferenza quanto la stessa Anna Paratore. “Dopo che per anni ho sopportato i peggiori insulti nei confronti di Giorgia – ha detto la mamma -, bugie e mistificazioni di tutti i tipi, calunnie vergognose che, detto per inciso, se in Italia sei di destra non riesci nemmeno a far condannare in un’aula di tribunale, sono davvero stufa”.
“Mia figlia Giorgia stupida non è e quando parla sa bene quello che dice, quelle frasi così brutte che le ha attribuito la signora Jebreal non esistono”
“La mia storia con il padre delle mie figlie non è materia pubblica – ha spiegato la mamma della Meloni, la signora Paratore -, così come non credo lo sia la vita di un uomo che è mancato già da svariati anni. Infatti, l’ultima volta che le mie bambine ed io lo abbiamo incontrato, è stato in un lontano pomeriggio intorno al 1988, a Villa Borghese, un giardino pubblico romano, dove Francesco Meloni aveva chiesto di rivedere le sue figlie dopo che da circa 5 anni non avevano sue notizie. Fu un incontro inutile e superficiale, con due bimbette che a malapena si ricordavano di lui, e lui che si faceva chiamare Franco perché sosteneva che “papà” lo invecchiasse. Dopo di allora, il vuoto assoluto. Per quello che ne sapevamo noi, poteva essere morto, o felicemente vivo in qualche parte del mondo. Lui non cercava le figlie, le figlie non hanno mai cercato lui”.
Quando poi Giorgia fu nominata alla vicepresidenza della Camera – molto più di venti anni dopo – ecco arrivare la telefonata di un amico comune – ha ricordato la signora Anna -. “Franco” avrebbe avuto piacere di rivedere le ragazze: Giorgia disse di no. Come fa sempre, argomentò il suo diniego: “Perché dovrei vedermi con una persona che se incontro per strada nemmeno riconosco? Non ho niente da dirgli”. Un vero colpo di fortuna il negarsi, visto ciò che sta accadendo in queste ore, quando una pseudo giornalista – Rula Jebreal – si permette di cianciare su mia figlia utilizzando un padre che a Giorgia è costato solo lacrime, e da cui non ha mai avuto il sollievo di una carezza o di un bacio, per non dire un piatto di minestra. Si vergogni questa signora che attribuisce a Giorgia parole mai pronunciate, concetti violenti e stupidi mai partoriti soprattutto perché, a differenza di tanti bei faccini che fanno carriera sgomitando o grazie ad amicizie importanti, mia figlia scema non è e quando parla sa ciò che dice”. Parole che non sono state facili da dire e momento che, probabilmente, non sono semplici da ricordare. E anche per questo, la famiglia Meloni difficilmente dimenticherà quanto accaduto in questi giorni.