Nicaragua: il violento attacco di Ortega al Papa, schiaffo dopo la mano tesa

Il duro attacco del presidente del Nicaragua Daniel Ortega contro Papa Francesco, che lo accusa di essere il leader di nientemeno che “una dittatura perfetta”.

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(Ansa)

Il governo sandinista in Nicaragua accende con sempre maggior veemenza lo scontro contro la Chiesa cattolica, da mesi in campo per avversare l’ideologia che sta mettendo da anni sottosopra il Paese dell’America Latina, con sacerdoti e vescovi che stanno finendo nel mirino delle persecuzioni governative dopo averne denunciato le violenze.

Le parole di Francesco in aereo e lo schiaffo di Ortega

Anche la Chiesa italiana nelle scorse settimane ha criticato duramente il governo nicaraguense per l’incarcerazione di vescovi e sacerdoti ritenuti ribelli, tra cui il vescovo di Matagalpa Rolando Álvarez, ancora agli arresti domiciliari, oltre che diversi sacerdoti e suore, parlando di “atti gravissimi”. Papa Francesco, nel volo di ritorno dal Kazakistan, aveva provato a pronunciare parole di distensione, parlando di un “dialogo” che evidentemente, però, non si starebbe svolgendo in maniera così letteralmente proficua.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Bergoglio aveva chiesto che “almeno le suore di Madre Teresa di Calcutta tornino”, riferendosi alle suore che hanno pregato il rosario in cattedrale per la sua liberazione sono state espulse dal Paese. “Queste donne sono brave rivoluzionarie, ma del Vangelo! Non fanno la guerra a nessuno. Anzi, tutti abbiamo bisogno di queste donne”, aveva detto Francesco sull’aereo di ritorno per Roma. Così sono arrivate le parole di fuoco del presidente Daniel Ortega che, invece che accogliere l’invito di Papa Francesco, ha letteralmente rigettato sul tavolo ogni possibilità di concordia, ma anzi ha rinfocolato ancora più la polemica.

Ortega è infatti idolo della sinistra mondiale, ex guerrigliero rieletto al governo per la quarta volta solamente un anno fa tra le proteste della comunità internazionale che ha denunciato la reclusione di ogni opposizione, dovuta cioè all’ondata di arresti e perquisizioni contro gli oppositori del governo sandinista. 

La Chiesa “usa i vescovi per realizzare un colpo di Stato”

Giornalisti, imprenditori e aspiranti candidati alla presidenza sono stati ammanettati a poca distanza dal voto con l’accusa di attentare alla sovranità dello stato, dopo anni di sistematica repressione segnata da violenza, torture e omicidi mirati. Da inizio anno Ortega ha deciso di mettere nel mirino anche la Chiesa nazionale, colpevole di avere denunciato i crimini e le violazioni dei diritti umani.

La Chiesa cattolica “usa i vescovi qui in Nicaragua per realizzare un colpo di Stato”, ha affermato Ortega durante una diretta. “Da quando i sacerdoti hanno l’autorità per parlare di democrazia?”, ha poi aggiunto, definendosi un cattolico che “non si sente rappresentato” dal Papa. Vescovi e preti “parlano di democrazia ma non praticano la democrazia”, ha attaccato Ortega.

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“Se vogliono essere democratici comincino a farsi eleggere”, è così stato l’attacco del caudillos del Nicaragua, invitando il Papa a farsi eleggere dal voto dei cattolici, aggiungendo che questa “sarebbe una rivoluzione” contraria a quanto si troverebbe ad essere la Chiesa oggi. Vale a dire, a suo avviso, una “dittatura perfetta”.

Non pago, Ortega ha continuato nel suo sproloquio parlando di “una Chiesa che è stata corrotta, che ha denigrato Cristo, che ha macchiato Cristo”, aggiungendo che i religiosi “hanno commesso migliaia di crimini nel mondo”. Mentre in Nicaragua il numero di sacerdoti finiti in carcere per reati comuni sta aumentando di giorno dopo giorno, ingenerando un vero e proprio clima di terrore che al punto che decine di preti stanno cominciando a chiedere rifugio in Honduras e Costa Rica.

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