Un momento di crisi, che deve far riflettere e pone la storica e apprezzata azienda davanti al bivio: la scelta è drastica.
Sanpellegrino si era già fermata. Lo aveva fatto il 15 settembre, annunciando due giorni di stop produttivo a causa della mancanza di anidride carbonica.
Fra costi di produzione troppo alti, e quindi prezzi per acquistarla alle stelle vista anche la scarsa reperibilità, la storica azienda molto amata dagli italiani e apprezzatissima per i suoi prodotti aveva preso la decisioni di fermare la produzione. San Pellegrino però non era l’unica azienda a lanciare messaggi allarmanti. Altri produttori di bevande gassate da tempo lamentano la difficoltà nell’andare avanti, che a distanza di due settimane circa si sta trasformando in una vicenda ben più pericolosa e delicata. Sanpellegrino a conti fatti ha dovuto preservare più di 300 posti di lavoro, ed ha ufficializzato una scelta drastica che chiarisce quanto pesante sia la crisi.
Sanpellegrino: la comunicazione ai dipendenti
Ciò che colpisce non è solo la scelta di Sanpellegrino, ma soprattutto i tempi stretti in cui la crisi si è trasformata in una decisione drastica. Si è resa necessaria per salvare 306 posti di lavoro, che ora sono coinvolti nella riduzione d’orario e nella scelta dell’azienda. Sanpellegrino ha infatti firmato l’accordo per il contratto di solidarietà e lo fa per evitare questo pesante numero di esuberi a Ruspino. Nonostante i prodotti di grande qualità, acqua minerale e soft drink fra i più apprezzati al mondo, ieri mattina è stato quindi firmato l’accordo per l’applicazione dell’ammortizzatore sociale.
Il periodo previsto è di 6 mesi, e i motivi sono da ricercare nella mancanza di anidride carbonica e nella mancata disponibilità di container per l’esportazione oltre che per la crisi che sta travolgendo tutte le aziende italiane. I sindacati hanno chiarito di aver preso l’unica decisione possibile per salvare i posti di lavoro, e che Sanpellegrino integrerà l’indennità Inps arrivando ad assicurare per i dipendenti il 90% della precedente retribuzione. Un accordo importante, che non pone però un freno alle cattive notizie in arrivo da molte aziende, anche quelle leader di settore. Il momento è delicato e servono interventi immediati per arginare il rischio di un crack totale.