Milano, bimba morta di stenti: disavventura per la mamma in carcere

Milano, caso della piccola morta di stenti: disavventura in carcere per sua madre, Alessia Pifferi. Ricordiamo che quest’ultima è accusata di omicidio per aver lasciato da sola la piccola per giorni e che, purtroppo, non ce l’ha fatta

Alessia Pifferi piacchiata dalle detenute in carcere
Alessia Pifferi (screenshot video YouTube)

Si ritorna a parlare nuovamente di una delle vicende che ha lasciato il nostro paese (e non solo) decisamente senza parole. Ovvero quella della morte della piccola Diana che, per giorni, è stata lasciata sola ed è morta di stenti. Colpevole di tutto questo sua madre, Alessia Pifferi, che è stata poco dopo arrestata ed accusata di omicidio e trasferita nel carcere di ‘San Vittore‘ di Milano.

Nelle ultime settimane vi avevamo raccontato del fatto che la stessa venisse controllata, 24 ore su 24, dalla polizia penitenziare poiché potrebbe farsi del male. Nelle ultime ore, invece, una notizia che giunge direttamente dalla prigione in cui si trova la donna. A quanto pare la 36enne sarebbe stata aggredita da un gruppo di detenute. A quanto pare queste ultime avrebbero approfittato del fatto che la stessa non si trovasse in isolamento ed hanno colpito nell’unico momento in cui avrebbero potuto.

Milano, Alessia Pifferi picchiata da altre detenute in carcere

Alessia Pifferi piacchiata dalle detenute in carcere
Alessia Pifferi (screenshot video YouTube)

A quanto pare la Pifferi stava raggiungendo una suora che le sta offrendo assistenza sin dai primi giorni da quando ha varcato la porta del carcere. A rivelare di questo episodio è stato direttamente il suo avvocato. Il legale, infatti, ha raccontato che la sua assistita è stata presa per i capelli e schiaffeggiata a turno dalle detenute. Un episodio che l’avrebbe traumatizzata, tanto è vero che adesso vive con la paura che può accadere un qualcosa di grave e che qualcuno è pronta a fargliela pagare dietro le sbarre.

Ricordiamo che la donna non può ricevere l’ingresso in carcere di un consulente di difesa. Nel frattempo il giudice ha negato la possibilità di una consulenza neuroscientifica per un motivo, ovvero quello di essersi “sempre dimostrata consapevole di quello che stava succedendo alla figlia“. Anche se i suoi avvocati ci hanno tenuto a respingere questo tipo di versione visto che gli stessi hanno chiesto una perizia per verificare se la Pifferi sia capace di intendere e di volere.

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