In una recente intervista Naomi Watts ha denunciato di aver subito un trattamento a dir poco vergognoso da parte di Hollywood
E’ evidente che chi crede che il sessismo sia stato sconfitto debba urgentemente rivedere le proprie convinzioni e, una recente intervista di Naomi Watts ai microfoni di Entertainment Weekly, ci ricorda quanta strada ci sia ancora da percorrere.
Quello dello spettacolo è probabilmente il campo di battaglia più ostico per questa delicata tematica, sia perché sembra essere uno dei contesti maggiormente arretrati, sia perché diviene facilmente megafono per le volubili sensibilità delle masse.
Il sessimo di Hollywood
La testimonianza dell’affascinante attrice britannica si riferisce ad un consiglio ricevuto all’eta di 33 anni, subito dopo il grandissimo successo di Mulholland Drive di David Lynch: “Mi hanno detto: ‘Faresti meglio a darti da fare, perché a 40 anni sarà tutto finito, quando diventerai non scopabile‘. E io ho pensato: ‘Cosa? Cosa significa esattamente?. Poi ci pensi e dici: ‘Oh, giusto. Quando non sei più riproduttiva, quando quegli organi non funzionano più, non sei sexy, quindi non sei desiderabile‘. Questo mi ha fatto arrabbiare moltissimo”.
La Watts ha poi ragionato sulla siderale differenza tra l’invecchiamento di un attrice donna e quello di un attore uomo agli occhi del pubblico e dei produttori: “È una conversazione così imbarazzante perché, fin dal primo giorno, iniziamo il nostro processo di invecchiamento. È qualcosa con cui tutti dobbiamo sentirci a nostro agio e alle donne viene chiesto di farlo più degli uomini. Non parliamo quasi mai degli uomini che invecchiano. Non parliamo dei loro capelli grigi. Anzi, se lo facciamo, è come se dicessimo: ‘Oh, diventa più bello, più desiderabile, più potente’. E perché è potente? Perché ha accumulato esperienze. Ebbene, dovrebbe essere lo stesso per le donne. Anche noi abbiamo esperienze importanti e potenti a questa età, di cui dovremmo sentirci orgogliose”. Per fortuna donne come la Watts hanno lottato con coraggio contro questo iniquo pregiudizio, conquistando il diritto di sentirsi a proprio agio con il passare degli anni.