Ormai esiste solo il politicamente corretto anche e soprattutto su temi e vicende che dovrebbero restare come sono
Ultimamente, va di gran moda la cosiddetta cultura della cancellazione. Di culturale, a dire il vero, c’è poco. Censurare nomi e libri del passato, giudicando la Storia con gli occhi del presente, è cosa che rasenta il demenziale. Il politicamente corretto però funziona così: ha un costante bisogno di trovare un cattivo col quale prendersela. Le cronache, scrive Libero, si riempiono dunque di episodi che, se non rappresentassero una visione del mondo largamente diffuso, si potrebbero liquidare con una grassa risata. L’ultima battaglia della cancel culture è contro… un telescopio. Il telescopio Webb, l’erede del celebre Hubble sta cambiando le nostre conoscenze sulla nascita dell’universo. Lo strumento è infatti riuscito a fotografare le galassie più antiche, le prime a formarsi dopo il Big Bang. Però il telescopio Webb ha un problema: è omofobo. James Webb fu il secondo capo della Nasa. Guidò l’agenzia negli anni Sessanta, e grazie al suo impegno gli statunitensi riuscirono a recuperare lo svantaggio sui sovietici nella corsa alla Luna.
Le missioni Apollo si svolsero sotto il suo comando. Si dimise nel 1968, poco prima della conquista del satellite. Circa 1.700 studiosi hanno firmato un appello nel quale condannano la politica antiomosessuali della Nasa negli anni Cinquanta e Sessanta. Webb non avrebbe fatto nulla per impedire la discriminazione. Specifichiamo: la discriminazione ci fu, come provato da alcuni documenti, ma una commissione ha stabilito che Webb non c’entra nulla, motivo per cui la Nasa non ha alcuna intenzione di cancellare il suo nome dal telescopio.
Personaggi famosi ghettizzati quasi e solo per sport
A fine giugno la biologa Marie-Luise Vollbrecht aveva annunciato una conferenza sul tema: “Perché in biologia ci sono solo due sessi“. Titolo, come si può immaginare alla luce dell’ideologia gender, delicatissimo. Gli attivisti non hanno perso tempo nell’ascoltare cosa la studiosa avesse da dire. Il Gruppo di lavoro dei giuristi critici («Akj») ha fatto partire subito una protesta formale. Motivo: l’affermazione che in biologia esistono solo due sessi sarebbe “non scientifica” oltre che “disumana e ostile” nei confronti delle persone queer e trans. Dopo il caso del nuotatore trans escluso dalle gare femminili per schiacciante superiorità fisica, prende quota il dibattito sulle questioni di genere nelle competizioni sportive. Per ridurre le differenze tra sportivi e sportive, negli Stati Uniti da anni sono state introdotte misure ad hoc. Sono giudicate un clamoroso successo, che ha permesso di emergere alle campionesse dell’atletica. Tali misure accordavano una certa importanza alla biologia nella definizione del sesso. Ignoravano che oggi, grazie alle teorie sul sesso come creazione culturale e non naturale, anche un signore con baffi e attributi maschili può decidere di essere donna o di non riconoscersi in alcuna categoria, facendosi chiamare con il pronome «loro». A causa di questa «arretratezza», le leggi contro la discriminazione sono ora ritenute discriminatorie.
Si discute anche dell’allargamento delle vecchie specialità sportive a tutti i nuovi generi sessuali, che secondo alcuni studi recenti sono ventinove… Sapevate che un busto del presidente Abraham Lincoln è stato rimosso dalla biblioteca della Cornell University? «Qualcuno si è lamentato ed è sparito», ha detto un professore di Biologia della Cornell, Randy Wayne. Non solo. È sparita anche una targa commemorativa del suo discorso di Gettysburg, uno dei più importanti della storia americana. Lincoln fu il presidente che pose fine alla schiavitù, firmò il «proclama di emancipazione» delle persone di colore e morì assassinato. Però possedeva alcuni schiavi, quindi… Da fumatore, ho apprezzato il pittore inglese David Hockney. Arrivando a una esposizione delle sue opere, Hockney ha notato una stranezza: in tutte le immagini che accompagnavano la mostra, avrebbe dovuto avere una sigaretta tra le dita. Ma la sigaretta non c’era. Cancellata con Photoshop da tutte le fotografie. Commento: “Per cose come questa mi sono ritirato a vivere da solo in Normandia, così fumo quanto e dove mi pare, lontano dai rompiscatole“. I polmoni sono i suoi, lasciatelo fumare come una ciminiera. Eroico il maestro Riccardo Muti, che non ha voluto ritoccare il libretto del Ballo in maschera, opera di Giuseppe Verdi. Da tempo, i militanti del politicamente corretto hanno messo nel mirino l’espressione «immondo sangue dei negri». Molti teatri si sono piegati e hanno cancellato la frase. Muti, alla guida della Chicago Symphony Orchestra, ha risposto così: “Verdi non era un razzista. Cambiare il testo non cambia la Storia, mentre conoscerla nella sua crudeltà è importante per le nuove generazioni. Al Covent Garden stanno cambiando interi testi di opere. Sono contrario. La correttezza oggi è censura”. Applausi