L’appello di Zaia e Fontana al Governo: “Solo così può funzionare”

Fontana e Zaia attraverso una lettera pubblicata sul Corriere della Sera hanno avanzato una richiesta importante al Governo. Come risponderà il premier Draghi?

Luca Zaia
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto © Getty Images

Maggiore autonomia alle regioni per far funzionare i territori. E’ questa in sintesi la richiesta che i presidenti di Lombardia e Veneto hanno avanzato al Governo attraverso una lettera pubblicata sul Corriere della Sera.

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Nella missiva firmata da Fontana e Zaia è stato ricordato come “la pandemia ha dimostrato che è necessario avere istituzioni locali capaci di rispondere ai cittadini del proprio operato e soprattutto che si deve tornare ad investire sul capitale sociale […]”. I due presidente hanno, inoltre, sottolineato come le “Regioni devono avere un compito di governo e programmazione e non solo di gestione amministrativa. Una maggiore autonomia consentirebbe di affrontare meglio alcuni grandi temi che impattano sulla vita degli italiani […]“.

Si riapre il dibattito sull’autonomia delle Regioni

Attilio Fontana
Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia © Getty Images

La lettera di Zaia e Fontana riapre il dibattito sull’autonomia delle singole Regioni. La discussione politica su questo tema è iniziata ormai da tempo, ma la pandemia ha portato portato il Governo e gli stessi presidenti ad interrompere tutti i ragionamenti.

Ora la missiva arrivata pubblicata dai governatori di Lombardia e Veneto è destinata sicuramente a riaprire la discussione sul tema. Le regioni del Nord, come confermato dal testo di Zaia e Fontana, sono intenzionate a proseguire in questa battaglia per provare ad avere una maggiore autonomia. Una richiesta che presto potrebbe arrivare anche dalla Calabria. Il governatore Occhiuto ha aperto alla possibilità di un confronto sull’argomento per arrivare ad una soluzione comune.

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Una questione che, come detto, è ormai da diverso tempo sul tavolo del Governo e di Palazzo Chigi. Il premier Draghi molto probabilmente sarà chiamato ad aprire un confronto con le Regioni per trovare un compromesso. Ma tutti i discorsi sono rimandati a dopo la pandemia e quindi molto probabilmente alla seconda metà del 2021.

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