Christian Bale descrive gli inizi della sua carriera, nella quale è stato costretto ad accettare contratti al limite del ridicolo
Dopo aver ammesso, con sorprendente serenità, l’importanza della saga del cavaliere oscuro all’interno della sua carriera, Christian Bale ha raccontato – nel corso della stessa intervista di GQ – le condizioni accettate per poter divenire il protagonista di American Psycho.
L’attore britannico ha infatti dichiarato che, prima di interpretare Bruce Wayne nella celebre trilogia diretta da Nolan, fu costretto a supplicare registi e produttori per partecipare a progetti di rilievo e, nel caso dello splendido American Psycho (2000), il compromesso fu al limite della comicità.
Bale preso in giro dai truccatori
Bale ha dichiarato di aver firmato un contratto a salario minimo, proprio a causa delle perplessità dei produttori: “Mi pagarono il minimo assoluto previsto dalla legge. Vivevo in una casa con mio padre e mia sorella che stava per essere pignorata. Perciò la prima cosa che pensai [dopo American Psycho] fu: ‘Cavolo, devo fare un po’ di soldi’.”
Il villain dell’ultimo Thor: Love and Thunder ha poi proseguito: “Ricordo che una volta ero seduto in camerino nel reparto trucco e i truccatori iniziarono a deridermi perché prendevo meno di loro. Da allora fui motivato a fare soldi e a guadagnare abbastanza da impedire il pignoramento della casa. Il compenso basso era a causa mia. Nessuno mi voleva a parte il regista, perciò dissero che avrei potuto farlo a patto di essere pagato a quella somma”