Oltre 300 pezzi del patrimonio privato della regina Elisabetta, dal valore di 500 milioni di dollari, dovrà essere diviso tra gli eredi
Elisabetta II possedeva innumerevoli gioielli tra collane, orecchini, spille, tiare e diademi, del valore stimato recentemente da Forbes di circa 447 milioni di dollari, che dovranno essere suddivisi tra gli eredi designati secondo il testamento, ovviamente segreto, che la Sovrana ha lasciato. Dal tesoro dovrebbero essere esclusi comunque i Duchi del Sussex, Harry e Meghan.
Elisabetta II, che si è spenta all’età di 96 anni nel Castello di Balmoral, 8 settembre 2022 scorso, è stata regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri reami del Commonwealth dal 6 febbraio 1952 all’8 settembre 2022. Figlia maggiore del Duca di York, che in seguito diventò re con il nome di Giorgio VI, e di sua moglie Elisabetta, prima Duchessa di York e poi regina consorte, diventò erede al trono nel 1936, anno dell’abdicazione di suo zio Edoardo VIII.
Un tesoro di inestimabile valore
Dopo il periodo di lutto nazionale che ha coinvolto tutto il Regno Unito a seguito della scomparsa della Sovrana più longeva al mondo Elisabetta II, in molti si chiedono come il testamento avrà destinato i gioielli della corona, una collezione di circa 300 oggetti tra collane, orecchini, spille, tiare e addirittura diademi con un valore recentemente stimato di circa 450 milioni di dollari. Ovviamente tutto resta segreto anche se qualche spiffero comincia a uscire fuori e in tanti pensano che Harry e sua moglie Meghan potrebbero rimanere fuori da questa divisione, dopo gli attriti registrati tra la coppia e il resto della famiglia degli Windsor. Se i gioielli della Corona resteranno di proprietà dello Stato, il resto dei gioielli privati, ricevuti in dono da Filippo in 70 anni di matrimonio e di regno, resteranno agli eredi, tranne la fede nunziale e un paio di orecchini di perle che resteranno per sempre con la regina.
Una non facile suddivisione
Alcuni di questi, infatti, sono i gioielli dell’incoronazione, detti Crown regalia. Comprendono la corona imperiale e quella di Sant’Edoardo, le insegne dell’incoronazione, altre corone, medaglie e costumi da cerimonia. Questi beni, custoditi nella Torre di Londra, sono proprietà dello Stato. Il Sovrano ne dispone, ma non li possiede a titolo personale e dunque sono esclusi dall’eredità. Altra lista protetta è quella dei cimeli della Corona, acquistati quando la Regina era Vittoria. Anche in questo caso, sono gioielli a disposizione delle Regine, ma non possono essere ceduti o lasciati in eredità. Infine, esistono i gioielli personali di Elisabetta, che appartenevano al suo patrimonio privato e dei quali poteva disporre a propria totale discrezione.
Una collezione incredibile
A questa collezione privata appartengono cimeli di un valore davvero incredibile e anche dall’alto valore simbolico, come tutte le spille che la Sovrana amava portare sul bavero del cappotto. Come la “scarab brooch“, cioè “a scarabeo”, realizzata in oro giallo, con rubini e diamanti, le fu regalata nel 1966 dal duca di Edimburgo ed era una delle sue preferite. Quella a forma di foglia d’acero tempestata di diamanti, simbolo del Canada, fu donata alla regina madre nel 1939 quando si trovava in visita al Paese. Tra i gioielli che le erano più cari troviamo poi l’anello di fidanzamento che il marito le diede nel lontano 1947.
Si tratta di un diamante a taglio brillante da tre carati affiancato da pietre più piccole con montatura in platino che la regina da allora ha sempre portato insieme alla fede in oro gallese, ma anche la collana di perle a 3 fili donatale da suo padre, re Giorgio VI, quando era ancora una ragazza, e a cui è sempre stata molto legata e immancabile in ogni uscita ufficiale. Questi gioielli dovrebbero essere destinati alla figlia Anna, alle nipoti Zara, Louise, Beatrice ed Eugenia, alla nuora preferita, Sophie, Contessa di Wessex, e a Kate Middleton. Anche se c’è chi pensa però che, dato il valore della tassa di successione, che nel Regno Unito ammonta a circa il 40% del valore del bene, gli eredi potrebbero rinunciare all’eredità.