Il Tribunale amministrativo della Liguria ha riconosciuto “ingiusta e odiosa” la bocciatura subita al liceo da Debora Chirone 11 anni fa
Il Tar della Liguria ha condannato il ministero dell’Istruzione e il liceo “Grassi” a risarcire in solido l’ex studentessa con 10 mila euro per i danni economici e la sofferenza patita, studentessa che, nonostante tutto, undici anni dopo è un’affermata architetto.
Una storia come tante, ma con un finale diverso anche per la voglia di non mollare di fronte a una palese ingiustizia. Una professoressa con metodi difficili da metabolizzare per gli alunni, quattro studentesse che ne chiedono conto, prese di mira e bocciate inesorabilmente nonostante voti altissimi in tutte le altre materie.
Una bocciatura ingiusta
“Che cosa farò con i diecimila euro? Non lo so ancora. Probabilmente li utilizzerò per la casa che sto costruendo con il mio fidanzato. Stiamo insieme da 13 anni. Spero che il mio caso possa essere di aiuto ad altri ragazzi“, ha le idee molto chiare Debora Chirone, dopo che il Tar della Liguria ha condannato “il ministero dell’Istruzione e il liceo “Grassi” a risarcire in solido l’ex studentessa con 10 mila euro per i danni economici e la sofferenza patita”. Una storia cominciata ben 11 anni fa quando Debora era allora una studentessa modello per i bei voti che riusciva a portare a casa in tutte le materie, tranne che in matematica e fisica. “Avevo la media del 7,5 nonostante i voti pessimi di quell’insegnante che ci aveva preso di mira perché, secondo noi, non insegnava la sua materia e quindi doveva essere cacciata” racconta oggi la giovane donna che quando frequentava la terza liceo chiese insieme ad altre studentesse che la professoressa di fisica e matematica venisse sostituita. Risultato: soltanto loro quattro furono prima rimandate e poi bocciate!
Un risarcimento dovuto
“Le illegittimità riscontrate appaiono rimproverabili e non scusabili, sia per la loro numerosità, sia per la sussistenza del vizio di disparità di trattamento, particolarmente stigmatizzabile per il suo carattere “odioso”, tanto più in quanto inficiante l’attività valutativa condotta nell’ambito del sistema pubblico di istruzione e nei confronti di una ragazza minorenne. Una bocciatura scolastica, specialmente se ingiusta, cagioni nell’alunno patema d’animo, afflizione, frustrazione ed angoscia“, questa le motivazioni del Tribunale per una sentenza da un certo punto di vista rivoluzionaria.
La prima sentenza a favore della giovane era arrivata già nel 2014, ma la scuola aveva impugnato la richiesta di risarcimento. Nel frattempo Debora, dopo la bocciatura considerata ingiusta dal Tar, aveva proseguito gli studi fino alla laurea in Architettura, e oggi ha aperto un proprio studio dopo aver completato le procedure per l’accesso all’albo professionale, ottenendo però i primi guadagni solo nel 2021 e “a causa del ritardo nel conseguimento del titolo di studio di scuola superiore, la ricorrente, laureatasi in corso, ha subito un allungamento dei tempi per svolgere l’attività lavorativa produttiva di reddito”.