L’ex Colonnello dell’esercito Usa, in un’intervista, ha messo in guardia le nazioni europee sul pericolo di una recessione economica dovuta alla guerra
L’Europa deve raggiungere in fretta un accordo con la Russia sull’Ucraina e risolvere la crisi della bilancia commerciale accettando di acquistare energia in euro, altrimenti rischia una crisi valutaria ed economica stile sud-est asiatico della fine degli anni ’90, probabilmente guidando un’economia globale al tracollo finanziario che sminuirà anche la crisi del 2008.
Il colonnello Douglas MacGregor, veterano della guerra del Golfo, è stato sul punto di diventare ambasciatore americano in Germania, con la presidenza Trump, salvo poi rinunciare alla carica per le sue posizioni fuori dal coro. Dopo aver lasciato l’esercito nel 2004, il colonnello è stato spesso commentatore per Fox news della politica estera americana.
Una guerra che sta logorando economicamente l’Europa
“La Germania è nella posizione migliore per porre fine al guerra, ma la sua leadership è debole” esordisce così Il colonnello Douglas MacGregor in un’intervista al sito InsideOver, dove spiega il futuro di una guerra che non sembra avere a breve una soluzione. Macgregor ha pochi dubbi su chi sia l’autore del sabotaggio del Nord Stream che da un paio di settimane ha portato a un’escalation pericolosa sulle posizioni strategiche delle varie parti in causa in questo conflitto: “La Russia non distruggerebbe la sua principale fonte di sostentamento economico. Il 40% del PIL russo riguarda la produzione di energia. Dopotutto, è stato il presidente degli Stati Uniti Biden, non quello della Russia, ad affermare chiaramente: “Sela Russia invade l’Ucraina, il Nord stream sarà messo in condizioni di non funzionare”. La distruzione dei gasdotti restringe le opzioni di Berlino per l’influenza sulla crisi Ucraina. Questo dimostra bene chi uscirebbe “vincitore” dalla distruzione delle tubazioni. La Russia e gli europei sono entrambi perdenti.
Nessuna paura per una catastrofe nucleare
Il colonnello è sicuro che le forza armate impiegate da Putin in Ucraina sono poco più del 20% di quelle realmente a sua disposizione e quindi sapeva perfettamente che entrando in territorio ucraino sarebbe stato in inferiorità rispetto all’esercito ucraino. Kiev ha così potuto ottenere una vittoria di propaganda temporanea creando l’illusione, con l’aiuto dei media occidentali, di poter ancora combattere e vincere. Questa controffensiva ora viene presentata come una scintilla per l’uso delle armi nucleari da parte dei russi, ma MacGregor su questo è categorico: “La dottrina russa in vigore dal giugno 2020 ne prevede l’uso esclusivamente come rappresaglia per l’uso di armi nucleari contro lo stato russo e le sue forze armate. Coloro che cercano di rappresentare Mosca come una minaccia nucleare per qualsiasi uso diverso da quello di una ritorsione diffondono falsità”.
La strategia americana
Il veterano della guerra del Golfo ha le idee chiare anche sulle reali intenzioni degli Stati Uniti in questo conflitto: “L’unico scopo dichiarato e reso pubblico, ad oggi, è quello di danneggiare la Russia e rimuovere il suo governo dal potere. È anche possibile che il rifiuto della Russia di sottomettersi alla tirannia del sistema finanziario globale dominato dagli Stati Uniti e alla denazionalizzazione attraverso l’immigrazione non europea sia motivo di rabbia contro la Russia da parte delle élite globaliste americane. Questa resistenza mette lo sfruttamento delle enormi risorse minerarie naturali della Russia fuori dalla portata dell’Occidente”. Secondo MacGregor, la Germania e il nuovo governo italiano, molto probabilmente guidato da Giorgia Meloni, sarebbero nella posizione migliore per porre fine alla guerra se si unissero nel trovare una soluzione congiunta. Perché siamo di fronte ad un probabile disastro economico per le popolazioni delle nazioni europee e “per evitare una crisi sistemica dannosa, la UE e il Regno Unito dovrebbero rompere con la politica americana”. Le possibili soluzioni sempre secondo il colonnello americano potrebbero essere: “Provare a trovare una, in questo momento altamente improbabile, soluzione energetica, raggiungere un accordo con la Russia sull’Ucraina e risolvere la crisi della bilancia commerciale accettando di acquistare energia in euro, altrimenti la crisi potrebbe trasformare la maggior parte dell’Europa in una versione più ampia della crisi che distrutto la Repubblica tedesca di Weimar”.