Il sospetto è che ci sia più di qualcuno che abbia scavalcato la rigorosa graduatoria del concorso del 2014 che assegnava 100 posti
Certe cose non cambiano mai, verrebbe da dire e soprattutto da pensare. In Italia, alla fine, nonostante si predichi in un certo modo, poi alla fine si tende sempre, o quasi sempre a razzolare male. E così, in una giornata normale, ecco che spunta una notizia che fa riflettere e pensare in modo non proprio carino e virtuoso. Già perché un gruppo di persone che avevano studiato tanto e si erano preparate per un concorso importante in Rai, alla fine non sono state prese, succede. Ma resta quella strana sensazione di malessere che aumenta quando vedi che il posto, forse, potrebbe essere stato preso da chi è arrivato dopo di te, escluso e non preso.
E allora la domanda nasce quasi spontanea e diventa un martello pneumatico dentro la testa e non fa che battere e sbattere continuamente. Ma non è che per caso la Rai ha assunto giornalisti scavalcando la rigorosa graduatoria del concorso indetto nel 2014? Il dubbio sorge spontaneo di fronte all’opposizione di viale Mazzini a fornire queste indicazioni.
Due avvocati hanno voluto vederci chiaro e adesso avranno accesso al “Libro Unico del Lavoro”
Facendosi così “bacchettare” dal TAR, che le ha ora imposto di rendere noti i nomi di tutti i giornalisti assunti negli ultimi sette anni, cioè dal 2015. La clamorosa decisione, che potrebbe portare ad un altrettanto clamoroso risultato, vista la battaglia dei legali dell’azienda per impedirlo, è frutto dell’ennesimo successo dall’avvocato Enzo Iacovino. Che insieme al collega Vincenzo Fiorini, assiste alcuni dei giornalisti dichiarati “idonei” al concorso del 2014, ma che non poterono comunque essere assunti dal momento che erano già stati “coperti” i posti per i primi 100 classificati.
Non solo. L’accordo, per chi non fosse stato preso, prevedeva tuttavia che negli anni successivi la Rai avrebbe attinto alla lista degli idonei per le eventuali nuove necessità. E’ successo? No, pare che ciò non sia avvenuto per niente e che soprattutto pare siano stati privilegiati giornalisti estranei al concorso. Se fosse confermato sarebbe l’ennesima brutta figura di un’azienda che ne ha fatte parecchie e che, forse, è presa un po’ troppo dal potere e da chi lo genera. Il problema è che la decisa opposizione della Rai a rendere pubbliche le assunzioni perfezionate in questi sette anni, ha accentuato i sospetti. Di qui, il ricorso al TAR e l’intimazione dei giudici amministrativi ad esibire il “libro unico del lavoro” per accertare se ci siano state o meno irregolarità. A breve si saprà se, queste, saranno state tutte illazioni oppure l’ennesima pagina nera che spesso in Italia prende il sopravvento sul resto, soprattutto quando si parla di lavoro. Ed è anche su questo che ha battuto tanto la Meloni durante la campagna elettorale. Si vedrà