“Tocca proprio a me presiedere nel mese del centenario della marcia su Roma, provo vertigine. Perché il 25 aprile e il 2 giugno devono essere date divisive?”
Emozionata, tanto, ma passa via in fretta. Comincia a parlare e le sue parole arrivano in modo chiaro, semplice e fermo. Essendo la senatrice più anziana tocca a Liliana Segre presiedere l’aula di Palazzo Madama all’apertura dei lavori, al primo giorno per l’elezione del presidente del Senato, la seconda carica dello Stato. Lei, la Segre, è un alta figura delle Istituzioni e non ha certo bisogno di alcuna presentazione. Saluta tutti, quasi con timidezza, ma appena parte col suo discorso, in aula c’è un silenzio totale. Saluta il presidente Mattarella e anche Papa Francesco, poi, una dietro l’altra, le sue frasi colpiscono direttamente, soprattutto una, al cuore. Quel riferimento all’anniversario della marcia su Roma e il ricordo di lei bambina “che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato”.
A quel punto in tanti si sono emozionati per il ricordo della senatrice e poi la sua storia, che tutti ben conoscono, ha fatto il resto. Un discorso ampio e pieno di riferimenti storici e culturali. Parole che hanno colpito tanti sia a destra che a sinistra. Il suo non voleva essere assolutamente un discorso politico, solo legato alla storia, alle radici e alle sofferenze che ha passato negli anni il nostro paese. E che spera che tutto vada nel migliore dei modi, a maggiora ragione in un periodo delicato e confuso come questo.
“La Costituzione non è un pezzo di carta, gli italiani la sentono amica”
“In questo mese di ottobre- prosegue, nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio ad una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica“. “Ed il valore simbolico – aggiunge Liliana Segre – di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché, vedete, ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!”.
Tanti sono stati i passaggi importanti, ma questi quelli più significativi: “In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione repubblicana, che come disse Piero Calamandrei non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti. Il popolo italiano ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla sua Costituzione, l’ha sempre sentita amica“. “Le grandi nazioni – spiega la presidente provvisoria al Senato Segre, poi, dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria. Perché non dovrebbe essere così anche per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date ‘divisive’ anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 Aprile festa della Liberazione, il 1° Maggio festa del lavoro, il 2 Giugno festa della Repubblica?”