Il caso, complesso fin dal principio, sta avendo gli inevitabili risvolti giudiziari attesi: ecco cosa accadrà alle ex agenti della soubrette
Sono passati oltre tre anni dal caso Mark Caltagirone, l’inesistente compagno di Pamela Prati con cui l’ex Bagaglino avrebbe avuto una relazione a distanza. Nella messa in scena, firmata Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo, ex agenti della soubrette, c’è stato anche un bambino, presunto figlio dell’uomo.
Ma andiamo per ordine: la Prati aveva annunciato di essere prossima alle nozze, con un uomo mai visto di nome Mark, che le era stato presentato dalle due agenti. Caltagirone si narrava avesse anche un bambino malato di nome Sebastian. Oggi, i genitori di quest’ultimo, hanno sporto denuncia contro Pamela ed Eliana.
“Finto figlio”, Perricciolo e Michelazzo in Tribunale
Le due agenti sono state citate in giudizio per il reato di sostituzione di persona, la prima udienza è prevista per il 1° febbraio 2023. Nel caso Mark Caltagirone sono state sporte più denunce ma solo quella che riguarda il finto figlio della storia ha avuto un seguito, con i genitori che hanno agito per vie legali dopo che il loro bambino è stato incaricato di registrare videoselfie e messaggi vocali da inviare alla Prati.
Leonardo D’Erasmo, legale che rappresenta i genitori del minore, ha comunicato a Fanpage.it l’intenzione di affiancare al procedimento penale anche quello civile: “Al bambino e ai suoi genitori sarebbe stato fatto credere che stesse girando una fiction con tanto di copione, battute, testi, foto e video. A un certo punto di questa fiction, al minore sarebbe stato richiesto di recitare il ruolo di un bambino ammalato di tumore alla gola, di parlare con la voce roca di chi sta male. Ci sarebbero degli audio di questo bambino, che all’epoca aveva 7/8 anni, al quale sarebbe stato chiesto di dire cose come ‘Mamma, sto male'”. Il bambino, sostiene l’avvocato è stato “sbeffeggiato a scuola quando la questione è venuta fuori, tanto da non volere più andarci” e avrebbe inoltre “vissuto la delusione di un sogno che aveva coltivato“.