Non sembra essere intenzionata a fermarsi l’emergenza dei suicidi in carcere. Si tratta di una strage silenziosa con numeri allarmanti.
La situazione nelle carceri italiani continua ad essere sempre più critica. In questi ultimi mesi si sta assistendo, come scritto da Avvenire, ad una vera e propria strage silenziosa. I numeri dei suicidi nelle strutture penitenziarie sono in forte aumento e nei primi nove mesi e mezzo del 2022 sono state raggiunge cifre che non si verificavano dal 2009.
L’ultimo suicidio è avvenuto nella Casa circondariale di Sollicciano. Un detenuto marocchino di 29 anni si è tolto la vita a nove giorni dalla fine della sua condanna. E nello stesso giorno a Torino un altro ragazzo ha provato a togliersi la vita. In questo caso decisivo l’intervento degli agenti presenti all’istituto minorile Ferranti Aporti, che sono riuscite a salvarlo in extremis.
Suicidi in carcere: i numeri del 2022
Numeri allarmanti quelli dei suicidi in carcere. Come riferito da Avvenire, nei primi nove mesi e mezzo sono state 70 le persone che si sono tolti la vita nelle strutture penitenziarie. Dati che non si registrano dal 2009 quando a fine anno il bilancio era di 72 morti.
Cifre che, come sottolineato dal segretario generale Uilpa della Categoria, confermano una sorta di malessere che arriva spesso alla disperazione. “Per detenuti, personale e volontari la situazione è diventata insostenibile – il pensiero di Gennarino De Fazio, che nel bilancio di questo 2022 ha voluto inserire anche i suicidi dei quattro agenti penitenziari – la grande parte dei 192 istituti penitenziari sono sovraffollati, con gravi carenze di organico e strutturali e in condizioni igienico sanitarie spesso precarie“.
“Attendiamo l’insediamento del prossimo governo per chiedere al nuovo ministro della Giustizia un confronto ad ampio spettro su tutte le questioni che investono il sistema d’esecuzione penale – ha aggiunto il sindacalista ad Avvenire – ma sia chiaro sin da ora che servono investimenti per organici ed equipaggiamenti e persino un banale accorgimento: subito un direttore e un comandante della Polizia penitenziaria in ogni carcere“.