Il conduttore radiofonico e televisivo ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera raccontando la sua vita privata e professionale.
Un’intervista fiume al Corriere della Sera. Linus, pseudonimo di Pasquale Di Molfetta, conduttore radiofonico e televisivo italiano, direttore artistico di Radio Deejay dal 1996, si è confidato a 360 gradi. Dal lavoro al rapporto con la famiglia. Una storia davanti al microfono, quasi 60 anni compiuti, ne dimostra molti meno.
Si parte dal concetto di “casa”: “Ho trascorso metà vita a Paderno Dugnano, ci siamo trasferiti lì quando avevo 2 anni e mezzo. Ogni tanto ci torno, c’è ancora mia sorella ancora, la vado a trovare, così come i miei genitori al cimitero. L’altra metà della vita l’ho trascorsa a Milano, quindi mi sento milanese”. Un giorno magari potrebbe pure diventare sindaco: “Mi piacerebbe. Nel senso che mi piace gestire le cose e quello del sindaco, alla fine, è un lavoro gestionale. Diciamo che si è un po’ spogliato delle valenze politiche. Gestire le cose vuol dire gestire le persone, io lo faccio a Radio Deejay dal 1994. Sarebbe divertente. Pisapia ha cambiato Milano per quanto riguarda l’apertura mentale. Conoscendola ho rivalutato la Moratti, è una persona di spessore. La rivoluzione però l’ha fatta Beppe Sala. Un difetto della città? Adesso la creatività viene vissuta come coniugazione di business, moda e design, ma è molto lontana dalle persone. Siamo stati la città di Leonardo da Vinci, ora invece siamo la città di Armani”.
Linus vive la radio da quasi 50 anni: “Le cose belle prima o poi devono finire, non voglio che succeda a sfumare. Nel 2023 mi scade il contratto, non ho ancora firmato il rinnovo di 5 anni che mi hanno proposto”. La vita privata: “Sono una persona che ha bisogno di sentirsi benvoluta, non sono molto diverso da chi ero prima di diventare famoso. Prima facevo l’operaio, ricordo il freddo terrificante. D’inverno ero costretto a indossare calzamaglia, jeans, quattro maglioni uno sopra l’altro. Avevo 18-19 anni”.
Linus: “A Kobe Bryant l’intervista più emozionante”
Il quadro familiare: “Carlotta l’ho conosciuta a 16 anni, 5 anni dopo ci siamo messi insieme. Non so cosa trovi in me, lei è così carina, io uno sfigato. È il mio equilibratore, ho un’inclinazione alla cupezza che ho preso da mia madre. Lei invece è socievole e solare, mi compensa. Se i miei figli faranno radio? Michi diventerà il più bravo dj dei prossimi 20 anni, però abbiamo l’accordo che deve fare l’università e un percorso convenzionale. Per adesso sta imparando il mestiere da M2O con mio fratello Albertino, che è il direttore artistico”.
Linus ha intervistato ogni tipo di celebrità: “Peter Gabriel mi ha emozionato per fascino e umanità. Henry Winkler, Fonzie di Happy Days, ha agitato la palazzina. Sono venuti da tutti i piani per le foto. La più bella è stata a Kobe Bryant, uomo di spettacolo eppure molto semplice. Una decina di anni fa è venuto da noi, era già famoso ma si ricordava di me. A 15 anni era in Italia e mi guardava a Deejay Television. È stato bizzarro e emozionante”. Ha dichiarato di non voler mai fare il giudice a X Factor: “Non mi piace la spettacolarizzazione del giudizio. Il programma è fantastico, non ritengo però di essere così esperto da dire se uno vada bene o male. Al massimo sono in grado di dire se una canzone sarà un successo o no, con buona approssimazione…”.