Cresce sempre più la tensione per quanto riguarda l’allarme listeria: i controlli stanno aumentando sempre di più e, di conseguenza, altri nuovo prodotti sono stati ritirati dal mercato
Cresce sempre di più la tensione che riguarda l’allarme listeria nel nostro paese. Molti prodotti, infatti, sono stati ritirati dal mercato per via della possibile presenza di questo batterio in alcuni cibi. Tra questi spunta quello del prosciutto cotto della nota marca riportata qui sopra. Il rischio di contaminazione di questo virus è molto alto. A spiegarlo ci ha pensato direttamente il professore di Microbiologia degli alimenti dell’Università Cattolica, Sandro Cocconcelli. Anche se lo stesso, come riporta ‘Ansa‘, ci ha tenuto a precisare che la crescita di questi ‘alert’ non è segno di pericolo rispetto al passato, bensì di maggiore attenzione alla sicurezza alimentare. In merito a questa situazione che si sta allargando sempre di più i controlli sono aumentati ed il consumatore deve prestare molta più attenzione.
Stiamo parlando di un batterio che può contaminare le materie prime utilizzate per la produzione di alimenti e provocare delle gravi conseguenze che possono portare addirittura fino alla morte per persone fragili ed immunocompromesse. Anche le donne in gravidanza. Negli ultimi due anni in Italia le vittime sono state almeno quattro. Ricordiamo che i prodotti ritirati fino ad ora sono: wurstel di pollo, tramezzini al salmone, pancake al cioccolato, gorgonzola ed ora anche prosciutto cotto.
Listeria, attenzione da parte dei produttori
“La Listeria monocytogenes riesce a persistere negli impianti di produzione e confezionamento di alimenti freschi: può formare biofilm sulle lame di acciaio delle affettatrici o sulle superfici, che diventano così un mezzo di cross contaminazione“. Non solo: lo stesso docente ha spiegato che si riproduce bene alle basse temperature utilizzate per la conservazione di alimenti.
Il numero dei lotti ritirati non significa che il problema è in aumento ma solo che c’è molta attenzione da parte dei produttori e i controlli preventivi funzionano. Non è affatto un mistero che il numero dei controlli, da dieci anni a questa parte, sia notevolmente aumentato. Lo dimostra una statistica di dati raccolti dal Rasff, ovvero il Sistema rapido di allerta dell’Unione Europea. In conclusione l’esperto non ha escluso che in futuro possano esserci delle nuove strategie per il controllo dei microrganismi nocivi. Il loro compito è quello di inattivare batteri, riducendo il rischio negli ambienti.