PSG, è un caso continuo: torture e ricatti, cosa sta succedendo a Parigi

l club parigini si trova ancora una volta al centro di un caso molto scottante, c’entrano anche ex agenti dei servizi segreti

Il PSG è primo in Ligue 1 e a un passo dalla qualificazione in Champions League, eppure intorno al club parigino continuano a muoversi dense nubi che poco hanno a che fare con il calcio giocato. La situazione è complessa e prova a ricostruirla L’Equipe. Al-Khelaifi è al centro delle cronache, chiamato in causa da tale Tayeb Banabderrahmane, un uomo d’affari che aveva un ruolo nel Comitato dei diritti umani qatariota fino al 2019. Nel gennaio del 2020, la polizia lo arresta a Doha con accuse pesanti tra le quali quelle di ricatto, frode e spionaggio.

Al-Khelaifi assolto dall'accusa di corruzione
Nasser Al-Khelaifi (Foto LaPresse)

Ricatti, torture e campagne social: è sempre caos al PSG

Secondo il suo racconto, Banabderrahmane sarebbe sottoposto a torture in prigione e rilasciato solo dopo aver firmato un accordo privato con Al-Khelaifi, dove si impegnava a non divulgare documenti privati. Probabilmente, l’uomo sarebbe stato mosso da qualche rivale di Al-Khelaifi in Qatar. L’obiettivo di raccogliere informazioni scottanti e divulgarle. Banabderrahmane è stato poi arrestato anche in Francia con l’accusa di falso e complicità fraudolenta nell’accesso a documenti privati. A questo punto entra in scena Malik Nait-Liman, ex agente segreto e di polizia, che lo stesso Banabderrahmane ha presentato ad Al-Khelaifi come interlocutore ideale per la scomoda gestione degli ultrà parigini.

La perquisizione della casa di Liman, però, ha portato alla luce  nuovi documenti che dimostrerebbero come l’ex agente abbia sfruttato i suoi contatti nei servizi per ottenere informazioni riservate su persone considerate scomode per il PSG. Da qui il sospetto che Nait-Liman potesse lavorare anche su “mandato” dell’ex direttore della comunicazione del club Jean-Martial Ribes, che però smentisce categoricamente di aver ordinato operazioni non legali, tra cui quella di una campagna social contro Mbappé, attraverso un vero e proprio esercito di bot. Un caso continuo, al PSG.

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