Il presidente ucraino è fermamente convinto del buon operato della Premier. Nell’intervista spiega cosa si attende dall’Italia.
Un abbraccio virtuale. Una stretta di mano che si è consumata solo al telefono ma è di quelle che contano e non poco, soprattutto quando un paese è in guerra e gli alleati fanno di certo la differenza.
Zelensky nell’intervista al Corriere della Sera ha affrontato molti temi, svelando la telefonata con la nuova Premier e i contenuti di una chiacchierata che rinsalda l’alleanza e non ammette stonature. “Per ora posso solo parlare in modo positivo del vostro governo appena insediato – ha riferito il leader ucraino –, nessuna impressione negativa. Ho avuto una conversazione telefonica con la nuova premier che si è detta chiaramente favorevole alla nostra comune alleanza e mi ha assicurato il suo pieno sostegno per l’Ucraina contro l’aggressione russa”. Nessun passo indietro quindi. Neanche difronte a chi sottolinea che alcune componenti del governo hanno avuto in passato legami forti con Putin.
Il coinvolgimento di Giorgia Meloni nella Nato per Zelensky è una garanzia forte. In tema di alleanze quindi il suo commento è stato diretto. “Ora la nuova premier è pienamente coinvolta nella discussione a Bruxelles per inviarci un pacchetto di nuovi aiuti militari – ha affermato –, mi sembra tutto positivo”. Su Berlusconi arriva quindi un commento molto deciso, che allontana i timori per le dichiarazioni espresse su Putin. “Ha utilizzato la sua stessa narrativa – ha svelato Zelensky al Corriere della Sera –, si limita a riferire le parole di Putin e questo mi preoccupa meno”. Poi un passaggio su una percentuale di voto incassata dagli italiani che per il leader ucraino è “confortante”, e un augurio per i “quasi 90 anni” di Berlusconi che risuona come un invito a non avere timore delle sue parole. Infine arriva un retroscena della telefonata con la Meloni e una richiesta all’Italia.
Zelensky, il colloquio con la Meloni e la richiesta all’Italia
“L’ho invitata a Kiev e sono certo che verrà”. Zelensky svela che con la Meloni il colloquio è stato diretto e costruttivo, in linea con quanto costruito da Draghi e all’insegna della continuità. “Giorgia. Volodymyr chiamami Giorgia!”. Il presidente ucraino svela che la telefonata è iniziata così. “Mi ha risposto dopo che io l’avevo chiamata per nome, è andata proprio così, subito. Con Draghi il livello delle nostre relazioni bilaterali aveva fatto un salto in avanti e ora continueremo a migliorarlo: le ho detto questo e lei mi ha risposto che certamente era anche la sua volontà, che non intende distruggere nulla di ciò che è stato costruito”.
Arriva quindi una richiesta molto diretta all’Italia. “Ci servono difese antiaeree – ha ammesso –, per noi è vitale. Vogliamo che i nostri profughi tornino in Ucraina, dobbiamo ricostruire la nostra economia, che i bambini vadano a scuola. E per questo ci servono armi contro gli attacchi dall’aria e per garantire la sicurezza dei civili. L’Italia produce sistemi di difesa antiaerea assieme a Francia, Germania e pochi altri: speriamo possano aiutarci”.
Infine un passaggio sul rischio del nucleare e dell’utilizzo dell‘atomica da parte della Russia. “Se hanno deciso di usarla lo faranno. Si tratta di un ricatto inaccettabile. Se fosse così, domani la Russia potrebbe minacciare tutto il mondo e avanzare in Occidente per ricostruire la vecchia Urss”. Infine un messaggio di pace di quelli forti. “Si arriverà a questo solo isolando la Russia e battendola in battaglia. La comunità internazionale – ha ammesso – Cina compresa, deve fare pressioni su Mosca”. Niente negoziati quindi, ma alleanze forti. Anche con Giorgia Meloni, che per Zelensky sarà fondamentale nel sostegno dell’Italia e dell’Europa all’Ucraina.