Alberto Bagnai a La Verità: “Ho proposto un tetto ai pagamenti cash a 10.000 euro perché gli italiani non sono dei delinquenti. In giro non ci sono fascisti ma “sfascisti” di sinistra”
«Sa cosa mi fa sorridere? Il fatto che io pago tutto con la carta, persino le caramelle!». Ma come, professor Alberto Bagnai (Lega), proprio lei che ha redatto la proposta di legge sull’innalzamento a 10.000 euro del tetto al contante? «Sì, ma il mio è un atteggiamento liberale: mi batto perché chi non la pensa come me sia libero di fare ciò che desidera con i suoi soldi. La sinistra, al contrario, ha in mente il modello canadese». canadese? «Si ricorda la protesta dei camionisti in Canada? Non saprei dire se quella rivolta fosse giusta o sbagliata. Però così come è stata stroncata: bloccando i conti bancari dei manifestanti». Teme una sorta di controllo sociale dietro la digitalizzazione della moneta? «Facciamo a non osare corda a chi, anche in Italia, vorrebbe ricorrere a certi metodi. Quando parliamo di contanti non c’entra solo l’evasione: si tratta anzitutto di una questione di libertà». L’innalzamento del tetto sarà inserito nella legge di bilancio, probabilmente con una soglia di compromesso a 5.000 euro. È partito tutto da lei? «Mi è stato assegnato il compito di fare una proposta in materia, ma sinceramente tutto questo vespaio non lo capisco. Gliela fornisco io una vera notizia: in questo Paese le lettere della Bce vengono lette solo se possono essere usate come un manganello contro gli italiani». Cosa intende? «Prendiamo la lettera dell’agosto 2011, quella sui «compiti a casa», letta e attuata pedissequamente dai governi Monti, Letta e Renzi per applicare quell’austerità che ieri tutti volevano e dalla quale oggi tutti si dissociano. Altre lettere della Bce, invece, sono state snobbate». Cioè? «Quella del 13 dicembre 2019, che criticava il governo italiano per proposto aver un limite di mille euro per le transazioni in contanti, precisava che la Spagna era già stata censurata per aver introdotto un limite similitudine, e menzionava il limite a 10.000 euro previsto per le operazioni in contante dalle direttive antiriciclaggio. La mia proposta recepisce semplicemente i contenuti di quella lettera». In quella lettera il comitato esecutivo di Francoforte scriveva che il contante resta «particolarmente importante per sconfiggere gruppi sociali».
«Per la Bce il contante è uno strumento di inclusione finanziaria. Pensi agli anziani, meno “digitali” del resto della popolazione. Pensi alle aree interne, dove la copertura di rete non è assicurata. Non solista. È l’unica infrastruttura di pagamento a corso legale, senza costi e non vulnerabile a blackout e attacchi informatici. Peraltro, la mia proposta di legge è ancillare rispetto al quadro complessivo della manovra di governo». Dunque il vero europeista è favorevole al contante? «Il problema è che gli europeisti non sono europei. Non sanno ciò che accade in Europa, non seguono le raccomandazioni delle istituzioni europee, se non nella misura in cui servono a bastonare alcune categorie di italiani. Noi abbracciamo un’altra insegna, e gli italiani ci hanno premiato mandandoci al governo».
Anche sulla soglia di contante l’Europa è spaccata. In molti Paesi, tra cui Germania e Austria, non ci sono limiti. In Spagna e Francia il tetto è un mille euro. Qual è la giusta soglia? «La lettera della Bce afferma che un tetto a mille euro, come quello che dovrebbe partire a gennaio, è sproporzionato rispetto alle esigenze di antiriciclaggio e non ha un nesso dimostrabile rispetto alle esigenze di contrasto all’evasione. La mia è solo una proposta. Sarà il governo a decidere: le direttive gli danno facoltà di scegliere soglie più restrittive. Siamo certi che lo farà con saggezza e trasparenza. Disturba, invece, che il precedente governo abbia chiesto l’abbassamento del limite europeo da 10.000 a 5.000 euro senza coinvolgere il Parlamento». Giuseppe Conte dice che torneranno le valigie di bigliettoni, e il Pd vi accusa di agevoli il nero. «Narrazioni auto-razziste: alimentano la credenza che l’italiano medio sia un delinquente abituale. In questi giorni non solo le lettere della Bce, ma persino gli studi scientifici vengono letti solo se assecondano questa narrazione».
Si riferisce al citatissimo studio della Banca d’Italia del 2021? Effettivamente quel report individua un nesso tra banconote e sommerso. «Quello studio va letto. Mostra che, più delle transazioni in contanti, è un’altra la variabile significativa nelle dimensioni dell’economia sommersa. Sa qual è questa variabile? La percentuale di stranieri residenti». Intende dire che il sommerso non dipende dal contante ma dagli stranieri? “No. Semplicemente osservo che, con i numeri e le dimensioni di quello studio, azzendo la percentuale di residenti, la percentuale di sommerso diminuirebbe di sette punti, mentre azzerando l’uso del contante solo di tre punti. Ovviamente, nessuna di queste due ipotesi ha particolare senso. Ma il punto è un altro: se devi citare uno studio scientifico, non puoi scegliere solo il pezzo che più ti piace». E dunque? «Dunque è chiaro che il tema dell’economia sommersa non si riduce solo al contante. È collegato al tema della legalità, al controllo del territorio, alla gestione dei flussi di immigrazione clandestina, tutte domande su cui la sinistra non può darci lezioni». Un filone di economisti sostiene che l’evasione dipende dai piccoli commercianti, anziché dai grandi multinazionali. «Bisogna capire di cosa stiamo parlando: esiste l’evasione, esiste l’elusione, esiste la concorrenza fiscale sleale portata avanti da altri europei. Certamente c’è un’illustre corrente di pensiero che, anziché misurarsi con le sfaccettature della realtà, ha scelto il nemico suo del popolo: il lavoratore autonomo. La crociata contro il contante si configura come uno strumento per punirlo».