Le decisioni del primo Consiglio dei ministri operativo. Sul rinvio della riforma Cartabia la premier assicura: “I fondi del Pnrr non sono a rischio”
La prima conferenza stampa del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sicura, pronta e nessun cenno di dubbi su argomenti e altro. Si parte con le carceri. Reclusione da 3 a 6 anni, multe da 1.000 a 10.000 euro e si procede d’ufficio “se il fatto è commesso da più di 50 persone allo scopo di organizzare un raduno dal quale possa derivare un pericolo per l’ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica“. È questo quanto si trova nel decreto legge passato oggi in Consiglio dei ministri nella parte che riguarda il contrasto ai rave party. In caso di condanna, “è sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e di quelle utilizzate per realizzare le finalità dell’occupazione”. Viene così introdotta una nuova forma di reato per appunto legata all’organizzazione dei rave party, ‘invasione per raduni pericolosi’. E al termine del consiglio dei ministri – che si è occupato anche di giustizia e Covid – la premier Giorgia Meloni ha parlato per la prima volta in conferenza stampa.
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge con misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefìci penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, nonché in materia di entrata in vigore del decreto legislativo con la riforma del processo penale. “Un provvedimento simbolico di cui andar fieri”, dice Giorgia Meloni, riferendosi alla condizione che riguarda anche esponenti della criminalità organizzata. Rinviata al 30 dicembre la riforma del processo penale varata da Marta Cartabia, “non c’è alcun rischio di perdere i fondi del Pnnr“, assicura la presidente del Consiglio. Alla conferenza stampa di presentazione dei provvedimenti c’era anche Carlo Nordio, neoministro della Giustizia: “Il rinvio ci consente di mettere mano a una confusione organizzativa”.
Covid e giustizia non sono in secondo ordine
Anche misure sul Covid con l’anticipo della fine dell’obbligo di vaccini al primo novembre per il personale sanitario. Sfuma invece la fine dell’obbligo di indossare mascherine negli ospedali e nelle Rsa (“Mai abbiamo pensato di non andare in questa direzione, è una scelta condivisa con il primo ministro, non c’è alcun ripensamento”, per il ministro alla Salute Orazio Schillaci). “No ad un approccio ideologico sulla pandemia”, dice la premier.
Alla presidente del Consiglio è stata rivolta anche una domanda sul raduno di nostalgici a Predappio. “Politicamente è distante da me in maniera molto significativa“, ha detto Meloni. Mentre il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha giustificato così la diversa gestione del caso Predappio e del rave di Modena. “Sono cose completamente diverse, Predappio è una manifestazione che si svolge da tanti anni. Sul rave party c’era la denuncia del proprietario“.