Migranti, Piantedosi lancia la linea dura: “Qui non si entra illegalmente”

Migranti, linea dura da parte del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Il suo discorso al Senato ha fatto molto rumore

MatteoPiantedosi lancia la linea dura sui migranti
Matteo Piantedosi (Ansa Foto)

Discorso importante da parte del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al Senato. Il tema, ovviamente, riguarda quello dell’immigrazione. Ha usato una linea molto dura l’ex prefetto che ha fatto capire molto bene il pensiero del governo. “Non abbiamo intenzione di venire meno ai doveri dell’accoglienza, ma in Italia non si entra illegalmente“. Non solo, ha continuato dicendo che la selezione non la fanno i trafficanti di esseri umani. “E’ un dovere assicurare condizioni dignitose a chi accoglie e viene accolto. Il tema della dignità è una priorità“.

Poi ha lanciato un dato: nel nostro Paese ci sono 100mila migranti nel sistema di accoglienza. Le prefettura segnalano una saturazione dei posti disponibilità e criticità. Poi ha svelato i piani del governo: “Vogliamo invertire una rotta che per anni non ha tenuto conto dell’interesse nazionale. La gestione non deve essere affidata a organizzazioni di trafficanti di esseri umani“. Per quanto riguarda un piano complessivo di sviluppo nel Nord Africa ha spiegato che l’Italia è favorevole.

Senato, Piantedosi: “Mai voluto attriti con la Francia

Matteo Piantedosi lancia la linea dura sui migranti
Matteo Piantedosi (Ansa Foto)

Fino al 10 novembre sono arrivate più di 69mila richieste di protezione internazionale. Ovvero più del 56% rispetto al 2021. “Sono state prese 50,048 decisioni, il 27% in più e di queste il 57% ha avuto come esito un diniego“. Gli arrivi in Italia? Sono aumentati del 60%, vale a dire 90mila migranti. Poi ha voluto esprimere un pensiero sulla tensione con la Francia: “I fatti parlano chiaro, la Ocean Viking si è diretta autonomamente verso le coste francesi. Una decisione che l’Italia non ha mai auspicato. Si sono creati attriti che il governo non ha mai voluto“.

In conclusione: “L’individuazione del ‘Place of Safety‘ avrebbe dovuto esser fatta dallo Stato competente dell’area Sar Malta in cui le navi sono intervenute, Libia e Malta, e poi dallo Stato di bandiera. La richiesta del ‘Pos’ deve arrivare dallo Stato di bandiera delle navi. Non dalle Ong.  Il transito di queste imbarcazioni è non inoffensivo”.

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