Morte Leonardo Lamma, il pm chiede l’archiviazione: la dura reazione dei genitori

Sta facendo molto discutere la richiesta del pm di archiviare l’indagine sulla morte di Leonardo Lamma, il 19enne deceduto lo scorso aprile a corso Francia.

Possibile svolta a quasi otto mesi di distanza dalla morte di Leonardo Lamma, il ragazzo di 19 anni deceduto lo scorso 7 aprile in corso Francia a Roma dopo aver perso il controllo della moto vicino ad un rattoppo fatto per chiudere una voragine causata per la rottura di una tubatura Acea.

Morte Leonardo Lamma
Il pm ha chiesto l’archiviazione dell’indagine sulla morte di Leonardo Lamma © Ansa

Come riportato dal Corriere della Sera, il pm ha chiesto al gip l’archiviazione dell’inchiesta. Una decisione non assolutamente condivisa dai genitori di Leonardo. “Non capisco a chi dia fastidio la morte di Leonardo – ha detto il padre Stefano al quotidiano italiano – qualcuno vogliono salvare. Per me non ci sono dubbi. E’ questa l’unica spiegazione. Una salvezza regalati ai potenti sopra la pelle di mio figlio. Ma noi non ci fermeremo e continueremo la nostra battaglia per la verità“.

Il padre Stefano: “Credo nella giustizia”

Leonardo Lamma
I genitori di Leonardo Lamma sono pronti a continuare la propria battaglia per avere giustizia © Ansa

La richiesta del pm è arrivata dopo le conclusioni del consulente della Procura. Nel documento è precisato che Leonaro sarebbe caduto da solo e avrebbe avuto una condotta imprudente andando a 27 km/h.

Ormai mi rimane solo l’ironia per combattere questa ingiustizia – il commento del padre – l’aggettivo imprudente cosa significa? Che Leonardo andava troppo veloce perché c’era un rattoppo in messo alla strada che nessuno si era degnato di segnalare? Inoltre vorrei ricordare che la consulenza è stata affidata ad un ex vigile urbano creando un conflitto di interessi“.

Ma il papà di Leonardo crede ancora nella giustizia: “E’ stato fatto un errore chiedendo l’archiviazione, ma siamo ancora in tempo per recuperare. Io e mia moglie, però, soffriamo e ci sentiamo abbandonati. Abbiamo il dubbio che vogliano salvare qualcuno sulla pelle di nostro figlio. Ma noi non ci arrendiamo e continuamo a lottare“.

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