Mirko Rossi, parà morto durante esercitazione: si riapre caso giudiziario

Si riapre nuovamente il caso giudiziario sulla morte di Mirko Rossi. Il parà morto durante una esercitazione in volo: gli ultimi aggiornamenti sulla tragica vicenda

Si riapre il caso giudiziario di Mirko Rossi
Parà (Ansa Foto)

Si ritorna a parlare del caso Mirko Rossi. Ovvero il parà morto a 41 anni il 28 novembre del 2017 durante una esercitazione all’aeroporto militare di Guidonia. L’impatto al suolo è stato terribile. Il caso giudiziario si riapre nuovamente. Il motivo? A quanto pare il medico militare, che avrebbe dovuto prendersi cura di lui, era impegnato in una telefonata. Avrebbe dovuto soccorrerlo tempestivamente ma era al telefono. Nel 2019 la Procura di Tivoli chiese di archiviare la vicenda.

Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ‘AGI‘ ci sarebbero almeno sei indagati. Tanto è vero che la Procura sta cercando di chiudere le indagini sui responsabili. Il tutto dopo che il giudice ha accolto la richiesta di opposizione all’archiviazione presentata dalla moglie del militare. Il 5 ottobre dello scorso anno sono stati ascoltati gli autori di uno studio di quasi cento pagine. I soccorsi in quella occasione non furono immediati. Non solo: il medico militare, che era di guardia, era impegnato per un “imprecisato motivo personale“.

Parà morto, si riapre il caso di Mirko Rossi

Solo qualche minuto dopo intervenne, ma con molto ritardo. Vennero eseguite delle manovre di rianimazione inadeguate senza la presenza del medico in questione. Ricordiamo che l’uomo non morì sul colpo, ma dopo trasferimento al ‘Policlinico Gemelli‘ di Roma, quasi due ore dopo il trauma. Nel registro degli indagati, come riportato in precedenza, ci sono i nomi di sei persone. A dare una accelerata a questa vicenda è stato il legale della consorte (Isabella Antonacci) del parà, Mariapaola Marro.

Quest’ultima ha sollecitato in due occasioni la Procura per avere chiarezza in merito a ciò. Il 28 gennaio scorso il pm Giuseppe Mimmo comunicò di avere emesso “l’avviso di chiusura delle indagini“. Dopo quasi un anno, però, non è stato notificato nulla alle parti. Un ritardo inspiegabile fa sapere l’avvocato. Nel frattempo la consorte chiede ancora giustizia per il compagno morto.

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