“Più che serial, direi spree Killer. Le ha ammazzate colpendo alla gola per non farle urlare. Può essere un vendicatore o un assassino missionario”
Il triplice omicidio nella capitale ha colpito tutti e ha lasciato senza fiato per la tragedia delle povere tre persone, la velocità d’esecuzione e la sfrontatezza di aver agito in pieno giorno. A ventiquattrore dall’assassinio delle tre prostitute, e con ancora tutti gli scenari aperti e le indagini appena cominciate, per avere le idee un po’ più chiare Notizie.com ha intercettato Carmelo Lavorino, uno dei massimi esperti in materia di criminologia. E’ uno dei profiler italiani più bravi e più noti che ci siano. Nella sua lunga carriera si è occupato attivamente e direttamente di casi importanti come il Mostro di Firenze, Cogne, Marta Russo e via Poma, solo per citarne alcuni.
E anche in questo caso di Roma di via Augusto Riboty e via Durazzo, Lavorino ci ha spiegato il suo punto di vista, tracciando un profilo del killer: “Per me, innanzitutto, l’assassino lo definirei uno ‘spree killer’, un soggetto compulsivo che uccide persone in tempi ristrettissimi, il serial killer lo fa ma a distanza di tempo, ma questo è solo un tecnicismo. E’ un soggetto che ovviamente ha una firma esecutiva e psicologica, ha colpito alla gola delle tre poverette, quindi spruzzamento ed probabile che in passato fosse stato deriso per motivo fisici o incapacità sessuale…“
“Per come ha colpito alla gola può averlo fatto per cultura etnica o perché appartenente alle forze speciali”
La spiegazione di Carmelo Lavorino a Notizie.com va avanti ed è incredibile come, con così pochi particolari, il criminologo, riesca a forinire un quadro più chiaro di altri: “Da come ha agito nella tempistica è un omicidio che sembra avere caratteristiche da assassino vendicatore e/o missionario, ovvero che ha un odio particolare per la categoria delle prostitute, una ferita narcisistica, che in passato sia stato offeso, mentre potrebbe anche essere un missionario, ma potrebbero anche essere collegate, ovvero che ha cominciato una specie di repulisti”.
“Da vedere – spiega Lavorino – quante coltellate siano state inferte se una o due o addirittura di più. Il fatto che abbia colpito alla gola sta a significare che il soggetto appartenga ad una cultura etnica ben precisa per colpire alla gola direttamente, o altrimenti potrebbe essere appartenente alle forze speciali, dove il colpo alla gola è determinante per la morte e impedisce alla vittime di urlare“. Secondo il noto criminologo “l’omicidio è stato organizzato e premeditato da una mente ottenebrata da follia lucida. Il primo delitto, a mio modo di vedere e per quello che sonio state le dinamiche, per è stato a via Durazzo poi si è diretto lentamente a via Riboty, vedremo come andranno le indagini, ma per me al di là di quello che si dice, è così che è andata. A Riboty, zona che conosco bene perché ci ho abitato, lì verosimilmente ha preso appuntamento telefonico nella chat, ma forse non si aspettava di trovare due cinesi, anche perché una delle vittime è fuori la porta ed è da vedere se era nuda. Per me poi da un posto all’altro è andato a piedi, conosce la zona e sa bene che con la macchina avrebbe lasciato ancora più tracce e poi avrebbe perso tempo per trovare il parcheggio. Ci ha messo troppo poco per ammazzare quelle poverette”.
“Ci sono troppe tracce, se aveva i guanti, avrà lasciato saliva o peli. Se la polizia farà indagini professionali lo prenderanno subito, altrimenti scappa”
Per Carmelo Lavorino non è che ci siano tanti dubbi: “Se avessimo un solo omicidio poteva essere casuale, ma non è così. E’ tutto premeditato, aveva con sé l’arma del delitto, quindi l’omicidio era già fantasticato nella propria mente da chissà quanto tempo, per me c’è un disturbo della personalità forte, magari, per essere così efferato, in preda a un crollo psicotico, dove si è persa l’aderenza con la realtà. Ora è da vedere se è andato a scegliere queste vittime casualmente o le conosceva per cose passate. Ma per me, al di là del crollo, non è uno sprovveduto anzi sembra essere un soggetto organizzato, ha fatto attenzione a non farsi notare perché non era inseguito, magari con un cappello, o la mascherina e poi credo che conoscesse la zona e la disposizione delle telecamere”
Allo stesso tempo però per Lavorino non è che ci siano molti dubbi, nel senso che, per tutto quello che è di sua conoscenza, è un soggetto che, nonostante non sia uno sprovveduto, “ha lasciato troppe tracce, telefoniche, anche, ma non solo” secondo Lavorino è “probabile che abbia lasciato il proprio Dna, se poi aveva i guanti per non lasciare tracce è verosimile che nella colluttazione abbia lasciato pelo, peli o saliva. Insomma, per me di tracce ne ha lasciate diverse, per questo è una questione di tempo breve. Se gli inquirenti faranno bene il loro dovere, lo prenderanno nei prossimi giorni, subito, non manca nulla per non trovarlo presto”. Ci colpisce la sottolineatura nei confronti delle forze dell’ordine: “Non è una mancanza di rispetto, ma in Italia ci sono troppi casi irrisolti, se applicheranno le regole d’investigazione criminale seria, non c’è modo che scappi”