L’ex Direttore del Tg2 e di Rai1: “La manovra è stata coerente: sono i primi capitoli di una storia che proseguirà nel futuro”
Mauro Mazza, qualche quotidiano ha parlato di manovrina, altri di manovra eccezionale. Qual’è la verità?
“La manovra è stata realizzata nei limiti di spesa obbligata. La Meloni, con la prudenza che manifesta sin dalla campagna elettorale, ha sempre respinto ipotesi di sbilanciamento che potevano andare oltre i limiti europei. Una prudenza che ha placato le aspettative di qualche alleato, ma che ha permesso di realizzare obiettivi importanti.”.
Qualcuno ha parlato di una manovra che guarda al futuro.
“Il Governo si è posto l’obiettivo di fare concretamente ciò che è possibile fare ora. In questa manovra che è quindi coerente e realistica, ci sono tutti gli elementi che possono portare nel futuro a manovre più impegnative. Non dico rivoluzionarie, ma forti. Se si leggono gli articoli di oggi, si capisce che ci troviamo davanti a tanti primi capitoli di una manovra ancora da scrivere. E che riguarderà i prossimi anni. Ma se la strategia è aiutare famiglie e imprese, già da oggi le famiglie possono cogliere dei segnali di attenzione”.
Quali?
“Non c’è ancora il quoziente familiare o la pensione minima a mille euro, ma c’è un piccolo aumento. E’ una manovra di tendenza, in linea con gli impegni presi in campagna elettorale. Poi, che la maggioranza sia contenta e che l’opposizione, anzi le opposizioni, si lamentino, è il gioco delle parti. Ma mi sembra che in questo momento chi sta all’opposizione abbia problemi ben più urgenti da affrontare, che criticare una finanziaria”.
Qual’è l’aspetto che l’ha più colpita?
“In passato ci sono stati governi, in carica già da diversi mesi, che sono arrivati al limite estremo di dicembre per consegnare al Parlamento la manovra di bilancio. Stavolta questa maggioranza è stata capace di fare tutto in brevissimo tempo e il Parlamento ha un mese pieno per dibattere, emendare e se serve migliorarla. Quelli che alcuni definivano come dilettanti allo sbaraglio, sono stati invece bravissimi. Affidarsi a persone esperte, come Giorgetti, Fazzolari, Mantovano, uomini che conoscono perfettamente le istituzioni e lo Stato, ha portato ad un vantaggio”.
Le opposizioni hanno già alzato il muro sul reddito di cittadinanza.
“E’ stata fatta una manovra di tendenza. Nel 2023 ci saranno delle modifiche e delle limitazioni ragionevoli, non certo fatte con l’accetta, come ama dire qualcuno. La Meloni ha annunciato, con un anno di anticipo, che nel 2024 non ci sarà più questa forma di assistenzialismo e verrà sostituita da altre forme di aiuto: non c’è più la mucca da mungere. Lo Stato non può più permetterselo”.
Giorgia Meloni ha detto: “Una persona non può prendere il reddito di cittadinanza in eterno”.
“Come invece si stava verificando. Il Reddito di cittadinanza stava prendendo il posto di quello che in passato, soprattutto in alcune realtà del sud Italia era l’invalidità civile. Non potendo offrire posti di lavoro per tutti, la Dc offriva pensioni d’invalidità, grazie a medici compiacenti. Il reddito non può diventare questo. Deve tornare ad essere una forma di assistenza provvisoria per dare a chi non riesce a trovare lavoro il tempo di trovarlo. E alle aziende di offrirlo. C’è un anno a disposizione”.