Le carte in mano alla procura sono chiarissime: ecco perchè Agnelli, Nedved e tutto il cda si è dimesso
Le dimissioni di Andrea Agnelli di Pavel Nedved e di tutto il cda della Juventus sono state un fulmine a ciel sereno per tutti i tifosi bianconeri. Si è chiusa una pagina lunga dodici anni e contrassegnata da una lunga serie di vittorie: 9 campionati consecutivi di serie A, 5 coppe Italia di cui 4 di fila, 4 Supercoppe italiane, 5 campionati femminili consecutivi, 2 Coppe Italia femminili, 3 Supercoppe femminili, 1 Coppa Italia serie C.
La dirigenza bianconera è stata travolta dall’inchiesta della Guardia di Finanza e della Consob sulle plusvalenze e le manovre sugli stipendi. In particolare, sono 12 i capi di accusa per i dirigenti bianconeri e altri 3 per il club. La procura di Torino è partita contestando il bilancio al 30 giugno 2019 e arrivando fino all’esercizio 2020/21, con le accuse legate alle plusvalenze e agli stipendi.
Le accuse: il bilancio del 2019
Calcio e Finanza ha visionato le 20 pagine di accusa con cui la Procura ha notificato la conclusione delle indagini preliminari ad Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e altri dodici indagati. Arrivando anche a chiedere l’arresto degli indagati (respinto dal Gip). Ecco le accuse fatte ai dirigenti bianconeri. Tutto parte dal bilancio 2019. L’accusa è di reato e manipolazione del mercato avendo iscritto a bilancio 49,7 milioni di euro di plusvalenze ritenute fittizie che consentivano di presentare un bilancio chiuso con una perdita di 39,8 milioni invece che di 84,5 milioni. Sotto esame anche la cosiddetta “manovra degli stipendi”. Si tratta dell’ “accordo raggiunto con i calciatori e non reso pubblico prevedeva la rinuncia ad una sola mensilità, con recupero certo ed incondizionato di tre mensilità nelle stagioni successive, con conseguente effetto economico e finanziario positivo, al più, per soli 22 milioni” rispetto ai 90 milioni indicati dalla Juventus nel comunicato.
Le accuse: il bilancio del 2020
Per l’esercizio chiuso al 30 giugno del 2020, Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Paratici, Re, Bertola, Arrivabene, Roncaglio, Vellano e Gabasio, vengono accusati di concorso in reato e di false comunicazioni sociali per aver inserito nel bilancio: 78 milioni di euro di plusvalenze rittenute fittizie derivanti da scambi. 14,6 milioni legati alla cessione di Emre Can al Borussia Dortmund “in violazione del principio di competenza e del principio contabile internazionale IFRS 15”. 3,8 milioni legati alla cessione di Muratore all’Atalanta. La procura accusa poi i dirigenti di aver ” omesso di inserire a conto economico 62,2 milioni legati alla voce “personale tesserato” per la manovra stipendi”. Tutto questo, spiega la Procura, avrebbe portato ad indicare una perdita di esercizio pari a 89,6 milioni invece di 236,7 milioni, con un patrimonio netto pari a 239,2 milioni anziché pari a 47,5 milioni. I dirigenti vengono poi anche accusati di concorso in reato e false comunicazioni sociali delle società quotate.
Le accuse: il bilancio del 2021
Anche per questo esercizio i dirigenti vengono accusati di concorso in reato e manipolazione del mercato, per aver diffuso notizie false relative al bilancio: in particolare, secondo l’accusa sono stati inseriti 28,3 milioni di euro di plusvalenze fittizie derivanti da scambi e sarebbero stati omessi 27,5 milioni di costi legati al personale tesserato. La Procura di Torino contesta anche ad Agnelli, Nedved, Paratici, Cerrato, Re e Bertola, delle fatture ritenute false per operazioni inesistenti. In particolare: imponibile fittizio per 127mila euro nel 2018; imponibile fittizio per 604mila euro nel 2019; imponibile fittizio per 732mila euro nel 2020; imponibile fittizio per 525mila euro nel 2021.
Infine, nei confronti dei dirigenti la Procura ha aggiunto anche il capo d’accusa di ostacolo all’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza nei confronti di Agnelli, Nedved, Arrivabene, Cerrato e Gabasio perché “al fine di ostacolare l’esercizio delle funzioni di vigilanza (da parte della Consob, ndr) esponevano fatti materiali non rispondenti al vero”, inoltre “occultando con altri mezzi fraudolenti fatti che avrebbero dovuto comunicare”, in particolare per quanto riguarda la manovra stipendi per cui i dirigenti avevano firmato 16 scritture private con altrettanti calciatori per il pagamento di complessivi 63,6 milioni.
Le accuse alla società
Per quanto riguarda infine le accuse nei confronti della società, secondo la Procura “le false comunicazioni sociali consentivano di celare l’erosione del capitale sociale” per quanto riguarda il bilancio 2019, mentre per i bilanci 2020 e 2021 “la diffusione di notizie false circa la situazione patrimoniale, economica e finanziaria consentivano di proseguire indebitamente la negoziazione del titolo” in Borsa. Ieri il club ha emesso un comunicato nel quale afferma che “Juventus continuerà a collaborare e cooperare con le autorità di vigilanza e di settore, impregiudicata la tutela dei propri diritti in relazione alle contestazioni mosse contro i bilanci e i comunicati della Società dalla Consob e dalla Procura”.