Lo scrittore a colloquio con il quotidiano Libero si sfoga e spiega quello che secondo lui sta succedendo all’opposizione e la vittoria della destra
La Giorgia Meloni di governo, il ritorno della politica e la prevalenza del “principio di realtà”. In un colloquio con Libero, lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco traccia un approfondito quadro dello scenario dopo le prime settimane dell’esecutivo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia. Di Giorgia Meloni si diceva che avrebbe pagato il prezzo della differenza tra l’essere leader di opposizione e guidare un governo. «Invece essere all’opposizione è una condizione che ti responsabilizza, ti prepara ad andare al governo». La vulgata, però, vuole una concezione diametralmente opposta. «Noi abbiamo un esempio da manuale sul tema, quello del Partito Comunista Italiano. Storicamente è sempre stato all’opposizione, in realtà era preparato al governo e al sistema, tant’ è vero che il Pd usufruisce della formazione politico -culturale derivante dal Partito Comunista, che aveva penetrazioni un po’ ovunque, dall’università all’editoria…Se non ci fosse stata quella, difficilmente sarebbe stato possibile per il Pd affidarsi alle terze, quarte file della Dc».
La destra quel livelli di penetrazione non ce l’ha almeno per quello che si è visto in questi ultimi anni a sinistra e al passaggio culturale che c’è stato in ogni ambito. «No, non ce l’ha. Ma ce l’ha nella società, nel consenso. La maggioranza degli italiani non è di sinistra. Se si pensa all’immaginario, Giovannino Guareschi è largamente maggioritario rispetto a Italo Calvino. Padre Pio è molto più radicato rispetto a Don Ciotti».
La sinistra ha governato anche grazie all’ausilio di un certo movimento, dai “giornaloni”… del generone culturale di sinistra? «C’è un borbottio ormai sempre più patetico, dei grandi giornali dell’establishment, che sono sempre stati governativi e oggi si trovano ad essere baluardo d’opposizione. Ma con temi tutti legati alla famosa narrazione. Ma una cosa è l’Italia che si alza al mattino per andare a procurarsi il pane, altra cosa è la brioche di Maria Antonietta. Il cipiglio della Ztl generale vive questa situazione nella bolla confortevole del proprio narcisismo. Le loro battaglie quali sono? Aggrapparsi alla Corte Costituzionale per il pronunciamento sull’obbligo vaccinale, no? Legittimo, ma uno si aspetterebbe una battaglia per le liste d’attesa sterminate».
Altra “battaglia” è contro il pericolo del ritorno del fascismo. «Sì ma quello ormai fa ridere, neanche loro ci credono più perché hanno capito che è controproducente». È durata fino a una qualche settimana fa. «Direi che è concluso. Era una rendita che dava loro la possibilità di criminalizzare l’avversario». Anche Conte è così fuori dal principio di realtà? «No, con lui è diverso. È stato geniale nel polverizzare il Movimento 5 Stelle e fare un partito tutto suo, ha messo tra parentesi Grillo, e poi è stato aiutato anche dalle circostanze, come la costruita scissione di Di Maio, una specie di Soumahoro che sembrava essere l’eroe di tutto e poi è finita come sappiamo». Quella di Conte è la vera sinistra al momento? «Non c’è dubbio».