E’ un reato sempre più diffuso nel web e non solo, ma ci possono essere dei rimedi per tutelarsi e prevenire la situazione
Il furto di identità digitale è un fenomeno molto diffuso soprattutto negli ultimi tempi con l’utilizzo dei social network e la sempre maggiore importanza che i profili ricoprono anche in termini monetari. Il furto d’identità digitale si articola nell’ottenimento delle informazioni personali della vittima, come scrive e ricorda money.it, nell’interazione con le informazioni personali, quindi possesso e nella vendita di tali dati.
Partiamo dal presupposto che il furto d’identità non solo è una pratica eticamente scorretta, ma è un vero e proprio reato. Tuttavia il Codice penale vigente non vi dedica un articolo ad hoc, ma esso è ricavabile da diversi dettati normativi. Le ipotesi in cui il furto d’identità può rientrare sono: articolo 494 del Codice penale reato di “sostituzione di persona”; articolo 640ter comma 3 del Codice penale reato di “frode informatica”.
Le sanzioni e le multe
Nella prima ipotesi accade che una persona si sostituisce a un’altra illegittimamente e di nascosto con il fine di indurre gli altri in errore e quindi ricavarne un vantaggio personale, non necessariamente economico. Per questa condotta la pena è la reclusione in carcere fino a un anno. Nella seconda ipotesi, invece, il furto d’identità dell’utente è un’aggravante al reato di frode informatica. Il colpevole rischia la reclusione da due a sei anni e la multa da 600 euro a 3.000 euro.
Questi profili fake vengono usati per gli scopi più disparati: il più comune è quello di spiare qualcuno senza essere scoperti ma nel peggiore dei casi servono a commettere altri reati, ad esempio possono essere un mezzo per pedofili per adescare le vittime o per commentare in maniera offensiva o discriminatoria foto e post altrui. A questo punto vediamo cosa fare se scopriamo che qualcuno si è appropriato delle nostre foto e della nostra identità.