Una ricorrenza per certi versi clamorosa dà a Luka Modric un altro motivo per tentare l’assalto al Mondiale.
Il 18 dicembre è una data attesa da tutto il mondo del calcio, e soprattutto di quattro nazioni che sono ancora in corsa per alzare al cielo del Qatar la Coppa del Mondo.
Francia, Argentina, Croazia e Marocco sono le nazionali che fra conferme e grandi sorprese già da questa sera saranno messe davanti al verdetto del campo, quello che non ammette appelli. Ci arrivano tutte con motivazioni diverse, ma con la sensazione comune che superare le semifinale sarebbe un passo in avanti unico dal punto di vista morale in attesa dell’ultimo atto. Fra le tante stelle che sognano di uscire dal tunnel degli spogliatoi il 18 dicembre, e vedere in campo da vicino quella coppa che ogni calciatore sogna nella sua carriera, Luka Modric è quello che avrà forse le motivazioni maggiori.
Non solo perché a 37 anni, e dopo aver vinto tutto da protagonista, il Qatar potrebbe renderlo uno dei calciatori più importanti nella storia del calcio e l’eroe di una nazione, ma anche perché il 18 dicembre per lui significa molto ed evoca ricordi negativi, che potrebbero con la finale chiudere una lunga storia nel modo migliore.
Il 18 dicembre e il sogno di Modric
Si chiamava Luka Modric, proprio come il nipote, che dopo una storia difficile sogna la finale del mondiale. Il nonno della stella croata perse la vita proprio il 18 dicembre, in circostanze che sono state riferite proprio dal centrocampista nel documentario Captains, prodotto dalla Fifa.
“Era il mio protettore. Ho il suo nome e sono triste che non possa vedere tutto ciò che ho raggiunto, ma è sicuramente lassù a guardarmi e a fare il tifo per me”. Il nonno di Modric perse infatti la vita proprio il 18 dicembre, ma del 1991. Rimase vittima dei ribelli serbi nei pressi della sua casa, nel nord del paese. Erano gli anni caldi della guerra d’indipendenza croata tra le forze governative croate che avevano dichiarato l’indipendenza dall’ex Jugoslavia e l’esercito controllato dai serbi. Modric vorrebbe anche per questo motivo dare un senso differente a quella data, e in Qatar avrà una grande occasione per riuscirci.
Nell’autobiografia però ha raccontato cosa accadde quel giorno. “Lo portarono a casa nostra e sentivo solo una enorme tristezza. Mio padre mi abbracciò dicendomi di salutare il nonno per l’ultima volta. Poi mi portarono fuori dalla stanza, volevano allontanarmi dalla tragedia. Il mio cuore si spegne ogni volta che penso a lui che muore sulla soglia di casa”. Un ricordo triste, ma Modric sa che ci sarà anche l’altro Luka a guardarlo, in una data di certo triste, che nella vita del centrocampista potrebbe però cambiare un ricordo durissimo in una gioia immensa.