Russia, il petrolio di Putin va completamente a ruba: i numeri non mentono affatto
I numeri parlano chiaro. In una settimana (quella dal 28 novembre al 4 dicembre scorso) i Paesi europei hanno acquistato dalla Russia solo cinque milioni di barili di petrolio. Un netto calo importante. Nella stessa settimana, di un anno fa, gli Stati che non fanno parte né dell’Ue né del G7 avevano acquistato solo 1,7 milioni di barili. In questa 48ma settimana del 2022 ne sono stati acquistati più di 10 milioni.
Se l’occidente del petrolio russo non ne vuole più sapere, si può dire che i barili che arrivano da Mosca vanno a ruba. Nel 2021, il greggio russo esportato via mare, costituiva tre quarti di tutto il greggio esportato da Mosca. Ovvero 3,4 milioni di barili al giorno, mentre 1,1 milioni erano esportati via terra. Poco prima dell’inizio della guerra in Ucraina il 75% delle esportazioni russe andava in Occidente. Adesso non superano neanche il 30%.
Il petrolio russo impazza in India, Putin sorride
Per non parlare del fatto che quasi il 40% del petrolio è finito in Asia e dintorni. L’India vuole continuare ad andare avanti con i rapporti russi. Tanto è vero che pochi giorni fa si sono incontrati il primo ministro russo e l’ambasciatore indiano Kapoor. E’ stato stabilito di quanto sia aumentato il fatturato con tanto di record. Si andrà ad incrementare la cooperazione nel commercio di beni energetici come: petrolio, prodotti petroliferi, gas naturale liquefatto, carbone e fertilizzanti.
Nel 2022 il fatturato tra l’India e la Russia ha superato i venti miliardi di dollari. Ed a quanto pare non finisce qui. Lo scorso anno Nuova Delhi non arrivava ad acquistare più di 35mila barili al giorno. A novembre di quest’anni ha importato in media circa 960mila barili. Un aumento a dir poco impressionante. Per non parlare del fatto che ora i costi sono stati scontati ed al ribasso verso i nuovi acquirenti.