Da uno studio condotto per Legambiente emerge una miniera d’oro per gli ecomafiosi che nel 2021 hanno fatturato addirittura 8,8 miliardi di euro
Ecomafia è un neologismo coniato per definire tutte le attività illegali delle organizzazioni criminali di stampo mafioso che provocano danni all’ambiente. Tra le attività delle ecomafie ci sono il traffico e lo smaltimento illegale dei rifiuti, l’abusivismo edilizio su larga scala, incendi boschivi e illegalità nel mercato dell’agro alimentare. Questo insieme di crimini ambientali frutta alle ecomafie un indotto milionario che pesa sull’economia italiana.
Dall’annuale rapporto di Legambiente sulle ecomafie emerge un quadro assolutamente desolante. Per quanto riguarda i reati ambientali, nel 2021 gli illeciti amministrativi, monitorati per la prima volta, sono stati 59.268, con una media di 162 al giorno, 6,7 ogni ora.
Un paese in mano alle ecomafie
Quando si parla di smaltimento dei rifiuti e di ambiente, purtroppo nel nostro Paese e non solo, si è spesso costretti a citare un fenomeno piuttosto diffuso che reca ingenti danni all’ambiente e agli esseri viventi che lo abitano, siamo costretti a parlare delle ecomafie. Legambiente, da sempre in prima fila nel provare a contrastare e a denunciare i reati ambientali, anche per questa stagione ha stilato un rapporto che fotografa purtroppo in maniera inequivocabile la situazione italiana. Nel 2021 infatti è di 8,8 miliardi il “fatturato” delle organizzazioni criminali nel 2021, con una media di 84 reati al giorno, e il 44% degli illeciti commessi al Sud. Per questo l’associazione ambientalista chiede di “non abbassare la guardia con gli ecocriminali, ora più che mai con i primi finanziamenti del Pnrr”. A pesare è la mano della corruzione, infatti sono state 115 le inchieste censite dal 16 settembre 2021 al 31 luglio 2022, con 664 persone arrestate, 709 persone denunciate e 199 sequestri, 14 i Comuni sciolti per mafia nel 2021 e sette nel 2022.
Molti i reati al sud, ma non si salva nessuna zona d’Italia
Quasi il 44% dei reati si concentra in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia mentre a livello provinciale Roma è prima per ecoreati, e con 1.196 illeciti ambientali, scalza nel 2021 dalla prima posizione Napoli ferma a 1.058, che viene superata di misura anche da Cosenza, ora seconda con ben 1.060 illeciti. Tra le regioni del Nord la Lombardia si conferma quella con il maggior numero di illeciti ambientali, sono ben 1.821 i reati accertati pari al 6% del totale nazionale e 33 arresti. Crescono gli illeciti anche in Liguria, ben 1.228, che scala cinque posizioni, arrivando al nono posto. Dai 640.195 controlli eseguiti nel settore agroalimentare emerge anche il fatto che tra i nuovi interessi delle ecomafie c’è il traffico illecito degli oli vegetali esausti. Il Conoe stima che ben 15mila tonnellate all’anno sfuggano alla raccolta e al trattamento dei certificati dei consorzi. Un quadro davvero desolante nonostante l’impegno costante delle forze dell’ordine che nel 2021 hanno applicato per ben 878 volte i delitti contro l’ambiente, per 292 beni posti sotto sequestro per un valore complessivo di oltre 227 milioni di euro. Ma il maggior numero di ordinanze di custodia cautelare è scattato per l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, con 497 provvedimenti.