Lagarde ci suona la sveglia sul Mes, Giorgetti frena e chiama le Camere

La presidente della Bce dà una piccola tirata d’orecchie sull’apparato italiano che dovrebbe seguire le direttive europee e che ancora non è stato confermato

Suonano più come un ammonimento che come un mero auspicio, le parole della presidente della Bce Christine Lagarde. «Speriamo», incalza la governatrice della banca europea, «che l’Italia ratifichi velocemente la riforma del Meccanismo europeo di stabilità», che è parte integrante del completamento dell’unione bancaria. Un ammonimento che conferma come, dopo il giudizio positivo dato al Mes da parte della Corte costituzionale, il pressing su Roma da parte delle istituzioni europee stia crescendo d’intensità. L‘Italia, scrive l’Avvenire, rischia infatti di restare l’unico Stato, fra i 27, a non aver sottoscritto la riforma. E la mancata ratifica – avverte Lagarde – potrebbe avere conseguenze non positive, per via della relazione fra il Mes e l’Omt (il programma di acquisto di bond della Bce ideato sotto la presidenza di Mario Draghi, che richiede la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con il Mes), perché non consentirebbe di attivare il programma, qualora dovesse essere necessario.

La presidente
Lagarde la presidente della Bce (Ansa)

Di fronte al pressing di Bruxelles, tuttavia, il governo guidato da Giorgia Meloni continua a temporeggiare. Il ministro leghista dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che già mercoledì aveva rivendicato la necessità di un «ampio e adeguato dibattito» delle Camere, rifacendosi a un atto parlamentare d’indirizzo, ieri ha tenuto il punto: «C’è anche il Parlamento, no? Il Parlamento ha dato un indirizzo, non è che io posso andare contro. Adesso il Parlamento si esprimerà ancora e faremo quello che dobbiamo fare». A lui, si aggiunge il titolare dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani (Fdi), che bolla il Mes come «uno strumento datato, vecchio», dicendosi «molto scettico sulla ratifica». Il richiamo alla sovranità del Parlamento ricorre pure nelle parole di Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera: «Siamo impegnati su legge di bilancio.

 

Il ministro dell'economia
Il ministro dell’Economia Giorgetti © Ansa

Gli auspici sono legittimi. Le scelte, ancora più legittime, saranno del Parlamento italiano». Insomma, la maggioranza frena, Forza Italia compresa: «La nostra posizione è stata chiarita in una mozione parlamentare contraria ad alcuni aspetti del regolamento del Mes. Come Forza Italia manteniamo la nostra posizione e lavoriamo ad una soluzione», fa sapere il capogruppo azzurro alla Camera, Alessandro Cattaneo.

Un atteggiamento che fa irritare le opposizioni, che lanciano bordate: «Lagarde ha dato la sveglia al governo e al ministro Giorgetti – attacca il responsabile Economia del Pd, Antonio Misiani -. Il tempo della melina è finito. È ora che il governo si assuma le proprie responsabilità, abbandonando le posizioni ideologiche del passato e ratificando un trattato che è interesse nazionale rendere presto operativo». Gli fanno eco i parlamentari 5s, affermando che, dopo il via libera della Corte costituzionale tedesca, «è venuta meno l’ultima foglia di fico. Il governo non ha più alibi: la smetta di nascondersi e abbia il coraggio di dire qual è il suo orientamento, se ne ha uno».

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