Il mondo del calcio è in lutto: addio a Gianluca Vialli

L’ex attaccante di Sampdoria e Juventus si è spento all’età di 58 anni. Lottava da tempo con un male incurabile

Il mondo del calcio è ancora una volta in lutto. Gianluca Vialli è morto all’età di 58 anni dopo aver lottato per 5 anni contro un tumore al pancreas. Dopo Sinisa Mihajlovic, un altro grande protagonista del calcio ci lascia prematuramente. Vialli aveva lasciato il suo incarico alla Nazionale italiana annunciando di doversi dedicare a superare questa nuova fase della sua malattia. “L’obiettivo”, aveva detto, “era quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia”. Purtroppo non è servito.

Gianluca Vialli morto all’ età di 58 anni –

Gianluca Vialli combatteva purtroppo contro un tumore neuroendocrino al pancreas che gli stava rendendo la vita, privata e lavorativa, molto difficile da cinque anni. Nel 2017 arrivò la diagnosi e da quel giorno cominciò a condividere il suo percorso senza nascondere le paure derivanti dalla malattia.

Un campione assoluto

Nel 2019 Vialli aveva ereditato l’incarico di capo delegazione della Nazionale italiana di calcio prendendo il posto di Gigi Riva al fianco dell’amico di una vita Roberto Mancini, allenatore dell’Italia, e insieme hanno ottenuto lo straordinario successo al Campionato d’Europa del 2021 disputato in Inghilterra, battendo proprio i padroni di casa ai calci di rigore in finale. Proprio a Mancini è legata una buona fetta della straordinaria carriera calcistica di Vialli. Chiamati dal presidente Mantovani, i due talenti del calcio italiano, iniziarono quel sodalizio che farà la fortuna della Sampdoria e del calcio nostrano. Sotto la lanterna, in sei stagioni, i due giocatori segnarono ben 231 reti, diventando i simboli di quella squadra e di una città che vive in maniera passionale il calcio. Arrivando a vincere uno storico scudetto, una Coppa delle Coppe e a vedere sfumare all’ultimo minuto il sogno della Coppa dei campioni a Wembley contro il Barcellona.

Vialli e Mancini la coppia d’oro della Sampdoria negli anni 90

Gli anni in bianconero

Dopo la delusione di Wembley, Vialli passò alla Juventus per 40 miliardi e in bianconero vinse uno scudetto, una Coppa Italia, una Coppa Uefa, una Supercoppa Italiana e la Champions League che lui alzò da capitano, sotto il cielo di Roma, il 22 maggio 1996. Con quella vittoria, Vialli entrò nella storia del calcio europeo, avendo vinto le tutte le coppe europee per club. Nell’estate del 1996 fu tra i primi a sfruttare la “legge Bosman ed emigrò in Inghilterra, a Londra per la precisione, dove indossò la maglia del Chelsea. Qui, in tre stagioni, vinse una Coppa d’Inghilterra e una Coppa di Lega inglese, oltre alla Coppa delle Coppe e la Supercoppa europea, avendo la meglio sui campioni d’Europa uscenti del Real Madrid e diventando anche il primo player manager della storia del club inglese. Ha avuto sicuramente meno fortuna con la maglia azzurra dove, comunque, ha totalizzato ben 59 presenze realizzando 16 gol e il terzo posto conquistato a Italia 90 con Azeglio Vicini sulla panchina.

Vialli quando era capo delegazione della nazionale italiana – Ansa foto

La malattia

Quando gli fu diagnosticata una forma di tumore piuttosto aggressiva ha subito voluto informare della sua situazione, non nascondendo nulla neanche dei suoi timori, anzi raccontando in un’ intervista tutte le sue paure sul futuro: “Ho paura di morire. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Però mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita”. Non si sentiva invincibile e sapeva che non poteva essere d’esempio, “Io con il cancro non ci sto facendo una battaglia perché non credo che sarei in grado di vincerla, è un avversario molto più forte di me. Il cancro è un compagno di viaggio indesiderato, però non posso farci niente”, aveva aggiunto. “È salito sul treno con me e io devo andare avanti, viaggiare a testa bassa, senza mollare mai, sperando che un giorno questo ospite indesiderato si stanchi e mi lasci vivere serenamente ancora per tanti anni perché ci sono ancora molte cose che voglio fare”. Purtroppo il cancro aveva deciso di non abbandonarlo e di portarlo via da questa vita.

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