La strana storia della ghigliottina parlamentare: indovinate chi l’ha usata in Italia?

Quando Laura Boldrini la utilizzò, si parlò di strumento necessario per evitare l’ostruzionismo. Oggi tutti pronti a gridare allo scandalo

Le lunghe discussioni in aula (iniziate alle 23 di ieri sera), la prospettiva di una lunghissima discussione (dovrebbero parlare ancora 87 deputati, per oltre 14 ore di discussione visto che a ciascuno è riservato un intervento da 10′ minuti), stanno portando il Governo a studiare l’utilizzo di uno strumento che, fino ad oggi, è stato utilizzato una sola volta: la ghigliottina.

La ghigliottina parlamentare. La prima fu la Boldrini – Ansa –

Di che cosa si tratta? Quante volte è stata utilizzata? La ghigliottina, chiamata anche erroneamente «tagliola», è uno strumento del diritto parlamentare previsto dal regolamento del Senato (dove qualche volta è stato applicato) e per il principio dell’analogia anche alla Camera. In sostanza, altro non è che il passaggio diretto al voto finale di un decreto, in qualsiasi fase dell’esame esso si trovi. In Italia è stata utilizzata una sola volta e dalla stessa parte politica che oggi sta già gridando allo scandalo alla sola idea di rivederla proposta.

Fu Laura Boldrini, allora presidente della Camera, ad utilizzarla per la prima volta a Montecitorio per bloccare l’ostruzionismo dei 5 Stelle sul decreto Imu-Bankitalia, che aveva messo a rischio la conversione in legge del provvedimento. Nel regolamento del Senato ci sono precise disposizioni ad hoc in merito alla ghigliottina. Alla Camera invece l’istituto discende da una interpretazione della presidenza della Camera della XIII legislatura, riconfermata nelle legislature successive ma mai applicata fino a quando la Boldrini l’ha messa in atto. Prima di allora infatti, la sola minaccia di poter applicare la ghigliottina aveva fatto rientrare l’ostruzionismo.

Boldrini
Laura Boldrini, ex presidente della Camera, utilizzò la ghigliottina – Ansa –

Pensare che la stessa corrente politica che l’ha utilizzata nella nostra legislatura, sia già pronta a scandalizzarsi e a gridare all’ostruzionismo e ad evocare spettri, fa abbastanza sorridere. La presidenza della Camera dunque, a partire dalla XIII legislatura, ha quindi costantemente affermato come rientri nella sua responsabilità assicurare la deliberazione della Camera sui decreti-legge nei termini costituzionali ricorrendo, se necessario, allo strumento della ghigliottina (diverso dalla tagliola perché in quel caso di tratta di una riduzione forzosa emendamenti). In passato anche  Violante e Pier Ferdinando Casini, in qualità di Presidenti della Camera, affermarono che il presidente ha il «dovere costituzionale» (14 ottobre 2004), di assicurare il voto dell’Assemblea per la conversione in legge dei decreti-legge.

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