Chiude il Noma, per tanti anni è stato il migliore ristorante del mondo, ma attenzione il suo addio sarà davvero molto particolare.
Per moltissime persone, il suo nome, sarà certamente impossibile da non avere mai sentito, eppure per quei pochi che non lo sanno, il Noma è ancora oggi, cosi come nel corso degli anni, uno dei ristoranti migliori al mondo: per cinque volte è stato incoronato come numero uno al Mondo ed ha tre stelle Michelin.
Eppure, anche a causa dei contraccolpi legati alla pandemia, anche questo ristorante ha deciso di chiudere i battenti per sempre, per la grande amarezza dei clienti e anche di chi ci ha sempre lavorato. Attenzione però anche il suo addio sarà creativo e certamente diverso da quello capitato ad altre strutture come queste: cerchiamo di scoprire qualche cosa in più.
Nel 2024 il Noma chiuderà per sempre, ma si trasformerà
La notizia è ormai davvero ufficiale, nel 2024 il ristorante migliore al mondo, ovvero il Noma, chiuderà i battenti: i motivi che hanno spinto lo staff a questa decisione sono da ricercarsi per la pandemia e anche per la carenza del personale.
Eppure, la storia potrebbe non essere proprio sul punto di finire completamente, ad avere lasciato una piccola speranza è stato lo chef René Redzepi, che nella sua intervista ha detto: “Chiudiamo un capitolo ma ne apriamo un altro più creativo, Noma sta per trasformarsi radicalmente. Dal 2025 il ristorante non esisterà più, tuttavia diventerà il Noma 3.0: un laboratorio di sperimentazione permanente”.
Insomma un cambiamento davvero radicale che certamente potrà portare dei benefici non solo al locale stesso ma anche a tutti i possibili nuovi clienti, che avranno la possibilità di non perdere il lor posto del cuore, ma di scoprire una versione dello stesso, decisamente migliorata.
“Durante la pandemia nel primo lockdown nel 2020, ho avuto per la prima volta dopo anni il tempo di riflettere. Lavorare come stiamo facendo per i prossimi dieci, vent’anni non è un modello sostenibile” ha poi continuato lo chef nella sua intervista per Repubblica, sottolineando un periodo davvero molto buio sotto tanti punti di vista e ancora: “Ci sono sempre meno cuochi disponibili nel nostro mondo, dobbiamo trovare un metodo che funzioni in modo diverso. Quindi ho deciso di provare a creare un piano per riuscire ad avere una nuova idea del fine dining, ed è così che è nato Noma Projects”.