Patrizia Palombi ed il suo nuovo libro tutto al femminile

La giornalista pubblicista e blogger Ilaria Solazzo ha intervistato Patrizia Palombi che ha presentato il suo nuovo libro ‘Con gli occhi chiusi’

E’ stato pubblicato a novembre del 2022, dalla casa editrice Progetto Cultura, “Con gli occhi chiusi“, il nuovo libro di Patrizia Palombi, racconti di donne preceduti da testi poetici… l’insieme di diversi racconti femminili, incentrati tutti nella città di Roma. Le storie in questione narrano vicende d’amore, incontri casuali con persone del passato, ostacoli da superare, passioni da governare. Durante la lettura emerge la volontà e la forza di resistere di fronte alle difficoltà e di combattere per ritrovare la serenità e la tanto agognata felicità.

L’autrice a tal proposito ha dichiarato:Da bambina, una cosa che mi piaceva molto dell’abitare nel mio quartiere periferico di Roma, era il rapporto tra vicini, innaffiare le piante o dar da mangiare al cane a turno, la condivisione di cene, quella solidarietà tipica di una famiglia allargata dove non solo la parentela ti lega ma anche la vicinanza. Il motore di questo semplice ma articolato mondo erano le donne, pronte sempre a darsi da fare e a lanciarsi coraggiosamente in nuove avventure. Al giorno d’oggi i rapporti sono diversi, noi donne siamo impegnate su più fronti ma abbiamo sempre voglia di esprimerci e di elargire la nostra forza con entusiasmo senza scoraggiarsi”.

Il libro conta circa 164 pagine, il prezzo è di 15 euro ed è possibile acquistarlo in tutti gli store online e nelle librerie fisiche. La casa editrice è Progetto Cultura e la pubblicazione è avvenuta a gennaio 2022.

Patrizia Palombi, scrittrice ed artista a 360 gradi, unisce nei suoi romanzi e libri poetici l’amore per la letteratura all’esperienza di tutti i giorni, fatta del continuo contatto con la natura e della capacità di farsi sorprendere dai piccoli prodigi del quotidiano. La Palombi, autrice squisitamente sensibile, è nata a Roma, dove ha vissuto e studiato, conseguendo la laurea in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense. Oggi è drammaturga, conduttrice, speaker radiofonica e promoter culturale. In passato ha pubblicato romanzi e poesie ed una delle sue opere è divenuta in un secondo momento un cortometraggio.
Le abbiamo fatto qualche domanda per farci raccontare come nascono i suoi Libri.

Partiamo dall’inizio: come nasce di volta in volta l’idea per un tuo nuovo libro?
“Ho molti interessi e approfondisco sempre le cose che mi piacciono, dunque per scrivere un romanzo parto da qualche argomento che mi affascina, o da qualcosa che mi accade intorno”.

La tua scrittura parte sempre da qualcosa di personale?
“Sì, ma poi l’argomento va approfondito. Non basta avere un interesse, quando si vuole presentare un tema ad un lettore lo si deve conoscere perfettamente. Infatti la parte iniziale del mio lavoro consiste nello studiare, nell’approfondire, nell’informarmi e soprattutto nel chiedere a chi ne sa più di me. I libri sono frutto di lavoro, fatica e riflessione. Lavoro molto prima di cominciare a scrivere. Appena ho un’idea precisa, che nasce da una suggestione iniziale, approfondisco e studio l’argomento, finché le idee non diventano sempre più chiare. Aspetto che le immagini siano più nitide, che i personaggi prendano spessore, e a quel punto organizzo una sinossi dettagliatissima, con il background dei personaggi e quello che deve avvenire nel romanzo (anche se questo non significa che, in sede di stesura, io non possa modificarlo). E scrivo tutto a mano, perché scrivere a mano per me significa avere un altro tipo di consapevolezza, mi aiuta a ragionare con più chiarezza”.

Hai dei momenti preferiti per scrivere?
“Fino a oggi ho scritto un libro all’anno e questo significa solo una cosa: organizzazione. Ho preso da anni l’abitudine di scrivere la mattina presto. Poi, con il tempo, ho imparato a scrivere tutto il giorno, ma all’alba ho una marcia in più e quelle che scrivo sono pagine diverse. E poi scrivo tutti i giorni, compresi il sabato, la domenica e le feste”.

Nei tuoi libri hanno molto spazio i sentimenti e le relazioni tra le persone, mi parli di questo aspetto?
“Per me è fondamentale raccontare la nostra umanità, il cambiamento, l’evoluzione, quello che ci fa partire da una situazione e arrivare a un’altra. Mi affascinano i sentimenti delle persone, perché senza le emozioni non siamo niente. E, soprattutto, nei miei libri ha grande spazio la speranza: ai miei personaggi accadono tante cose, alcune terribili, però grazie alla speranza le riescono ad affrontare, perché la vita è fatta così”.

Anche i luoghi sembrano essere molto importanti nelle tue storie: come lavori alle atmosfere?
“Il luogo è fondamentale: è lo spazio nel quale le persone crescono, che considerano uno spazio amico, oppure che le spaventa, le forgia. E i luoghi ci mostrano anche aspetti di noi stessi che non avevamo preso in considerazione prima: per questo possono essere uno strumento di conoscenza interiore. E poi per me sono importantissime le case: per me sono l’espressione di chi le abita, dal colore delle pareti, ai mobili, a quello che contiene. Se è piena di libri, per esempio, o piena di fiori, se è luminosa o buia, con ambienti ampi o avvolgenti”.

Ci sono delle abitudini o delle pratiche di lavoro che consiglieresti ad un aspirante scrittore?
“La prima cosa che consiglio è leggere, leggere tutto quello che passa per le mani. Dai saggi ai romanzi, senza avere mai pregiudizi, perché anche quando si incontra una brutta lettura, serve per capire cosa non fare, come non scrivere. La seconda cosa che consiglio è studiare. Studiare nel senso di ampliare i propri orizzonti. Nonostante abbia scritto diversi libri, adesso sulla mia scrivania ci sono vari libri. La disciplina del metodo: scrivere tutti i giorni, provarci anche quando non si riesce a buttar giù niente e si resta a guardare il foglio bianco. Perché è la pratica giornaliera che porta al risultato. Ci sono scrittori che lavorano in un altro modo, ma io sono metodica, anche perché sono arrivata alla scrittura oltre i trent’anni e ho fatto tanta gavetta”.

Se tu dovessi dare un solo consiglio ad un aspirante scrittrice quale sarebbe?
“Quello di leggere. Ho scoperto che, purtroppo, ci sono molti aspiranti scrittori che non leggono e per me è inconcepibile: è come se un pianista non si esercitasse, come se un corridore non si allenasse. La lettura porta lontano e arricchisce umanamente”.

In che modo vorresti poter cambiare il futuro?
“Non credo di avere un potere così grande, anzi, la mia vita non basterà a vedere il cambiamento che desidero. Ma vorrei continuare a informare e a mostrare la complessità attraverso i miei mezzi: i social network, soprattutto. Mi hanno permesso di far sentire la mia voce. E poi la narrazione: essere una scrittrice immersa nell’arte mi permette di far vedere come la sensibilità non sia relegata a specifici ambiti, anzi. È parte di qualsiasi aspetto della nostra società”.

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