L’usato che conosciamo oggi non è più un sottoprodotto del nuovo, ma una scelta intelligente e astuta di chi vuole liberare spazio in casa e dare nuova vita agli oggetti
Meno pregiudizi, più facilità grazie al web, la second hand economy decolla ed è ormai una abitudine di comportamento degli italiani, considerata un nuovo modo di fare acquisti o di disfarsi di quello che non ci interessa più, ma anche vera e propria moda che impazza tra giovani e giovanissimi che sull’online trovano il modo di comprare e vendere, rifarsi il guardaroba con poco, cercare pezzi unici.
Probabilmente se non avessimo attraversato un periodo così difficile gli italiani non avrebbero vinto i loro pregiudizi sull’usato. Non parliamo di auto usata, concetto già presente nella testa dei nostri connazionali da tempo, ma soprattutto di abbigliamento, piccoli e grandi accessori per la casa, fino ad arrivare a elettrodomestici e mobilio.
Più che una moda
Nell’immaginario collettivo, chi compra cose usate è colui che versa in condizioni di povertà, e in molte occasioni è così. Ma negli ultimi tempi è andato affermandosi un vero e proprio nuovo modo di vivere, una nuova economia basata sull’usato, una necessità per molti che sta diventando una moda per altri. Il trend degli acquisti di usato arriva dagli Stati Uniti, dove già negli anni 70, grazie agli hippie, si sviluppò il mercato del second-hand, dando la possibilità di vendere e acquistare abbigliamento non più utilizzato, facendo spazio e proponendo un prezzo accessibile.
Grazie anche alla facilità di organizzarsi online, l’economia di “seconda mano” sta diventando sempre più una abitudine di comportamento degli italiani, un nuovo modo di fare acquisti o sbarazzarsi di ciò che non si vuole più. In realtà risulta più facile vendere le nostre cose anziché buttarle, forse sembra una separazione meno netta, o semplicemente troviamo consolazione nel guadagno ricavato. È quindi un ottimo modo per liberarsi del superfluo, dare nuova vita alle cose e guadagnare un extra. Il gesto del “liberarsi” di quello che non usiamo più diventa anche un modo per fare spazio dentro e fuori noi stessi, assumendo così anche un aspetto emotivo.
Un passo indietro rispetto al consumismo
Sicuramente è diventata una vera e propria moda tra i giovani che vendono e acquistano, soprattutto online, cambiando il loro guardaroba con molta facilità e poca spesa. Come confermano i dati, questo mercato è in forte crescita e pare non essere più una scelta occasionale, ma una vera e propria abitudine, un nuovo modo di vivere, forse per tornare un passo indietro rispetto al consumismo sfrenato di anni fa.
Probabilmente in maniera un po’ forzata, proprio per questioni economiche, ma spinti da un rinnovato interesse grazie al fatto che frequentare i mercati dell’usato è una tendenza sempre più seguita da tutti, capace di regalare così la sensazione e la leggerezza di essere svincolati dal pregiudizio del bisogno. Non solo digitale, ma anche mercati, franchising e vere e proprie boutique dell’usato sparse per la città attraggono sempre più persone alla ricerca di qualcosa di diverso o addirittura di una occasione da cogliere al volo. Le categorie di oggetti più popolari nella compravendita dell’usato rimangono i motori, seguiti da casa e persona, elettronica, e sport e hobby che dopo le chiusure forzate torna ai livelli precedenti.
Un nuovo modo di fare business esploso online
Viste le prospettive, anche i grandi marchi si stanno avvicinando a questo nuovo modo di … fare moda. I colossi della distribuzione cominciano a sviluppare progetti per creare reparti second hand. Finora si erano tenuti alla larga per il timore di distogliere l’attenzione dai capi nuovi, ma si sono resi conto che il mercato di seconda mano non incide su quello dei capi nuovi. Migliora l’immagine dell’azienda e permette di raggiungere nuovi consumatori e molte grosse aziende, con l’occasione, hanno lanciato campagne volte a dimostrare il loro impegno per una produzione più consapevole e sostenibile.