L’arresto di Matteo Messina Denaro ha portato la Cgia di Mestre a fare il punto su quanto la mafia fattura annualmente tramite le sue attività.
La fine della latitanza di Messina Denaro ha riacceso i fari sulle organizzazioni mafiose e la Cgia ha pubblicato un report per fare il punto su quanto la mafia riesce a fatturare annualmente. Un fatturato da record e solamente inferiore “al guadagno del Gestore dei Servizi Energetici di Eni ed Enel“.
Secondo il report della Cgia, citato da Lapresse, la mafia annualmente ha un volume di affari intorno ai 40 milioni di euro, pari a oltre il 2% del nostro Pil. “Stiamo parlando dell’economia criminale che, a titolo puramente statistico, presenta in Italia un fatturato inferiore solamente al GSE – si legge nella nota – si tratta di dati certamente sottostimati, in quanto non siamo in grado di quantificare tutti i guadagni provenienti dalle infiltrazioni di queste organizzazioni nell’economia legale“.
Cgia: “Non è fatto molto per contrastare le mafie”
Sempre in questo report, la Cgia ha precisato che “se a parole tutti siamo contro le mafie, nelle azioni non si è fatto molto per contrastare i loro affari. Infatti, è molto imbarazzante che dal 2014 l’Unione Europea consenta a tutti i Paesi membri di poter conteggiare nel Pil alcune attività illegali come prostituzione, traffico di stupefacenti e contrabbando di sigarette“.
“Si tratta di una opportunità che ha portato a gonfiare la nostra ricchezza nazionale di oltre 17,4 miliardi di euro – si legge ancora nella nota – una decisione eticamente non accettabile. Da un lato, infatti, si dice di combattere e contrastare le mafie, dall’altro si permette a queste organizzazioni di avere un ruolo importante nella nostra economia. Insomma, è come se ammettessimo che una parte dell’economia illegale riconducibile ai clan è buona e accettabile“.
La suddivisione territoriale
La Cgia si è soffermato anche sulla suddivisione territoriale delle organizzazioni mafiose. La presenza maggiore è registrata sicuramente nel Mezzogiorno, anche se ormai molte evidenze molto inquietante segnalano la presenza di queste realtà anche in zone economicamente che sono molto più avanzate del Centro-Nord.
Una situazione, quindi, che per l’Ufficio Studi dell’associazione degli artigiani continua ad essere molto critica e quindi la richiesta resta quella di prestare maggiore attenzione al contrasto alle mafie.