Messina Denaro, il ‘traslocatore’ indica i covi del boss: ora ha paura

Matteo Messina Denaro, il ‘traslocatore’ che ha indicato i covi dove il boss si nascondeva adesso ha paura. Le ultime che arrivano dalla città siciliana 

Parla il traslocatore
Matteo Messina Denaro (Ansa Foto) Notizie.com

Fino a questo momento sono tre i covi di Matteo Messina Denaro che sono stati ritrovati dagli inquirenti. In uno di questi, però, c’è il prezioso aiuto da parte di un cittadino comune che ha voluto dare una grande mano nella lotta contro la mafia. Lo stesso che, inevitabilmente, ha dato una grande mano allo Stato. Di conseguenza, però, intende avere protezione. Visto che adesso ha paura e di apparire, ovviamente, non ne vuole assolutamente sapere. Nelle ultime ore ne ha parlato direttamente il quotidiano ‘Il Messaggero‘. Lo stesso ci ha tenuto a ribadire che si è trattato di una questione di coscienza e che non poteva fare più finta di niente. Il suo pensiero è chiaro: “Non voglio passare per un eroe, ma non voglio nemmeno far sapere chi sono“.

Purtroppo la storia parla chiaro: chi ha deciso di aiutare lo Stato in queste indagini, la mafia ha reagito in maniera molto dura. Nel frattempo continuano le indagini da parte degli inquirenti. Si cerca un altro covo dove potrebbero essere stati nascosti i soldi dell’ex latitante. La palazzina, situata in via San Giovanni, potrebbe ancora svelare molti segreti importanti. Tra questi quelli che, la stessa, potrebbe appartenere anche ad un incensurato che vive in Svizzera e che non vive più lì da un bel po’ di anni. In questo momento, l’appartamento, risulta in vendita. Fino a qualche mese fa, però, ci abitava dentro il boss. Prima che lo stesso andasse in un altro covo. A dare questo importante suggerimento è stato uno dei traslocatori che ha voluto aiutare gli agenti dopo aver visto le immagini dell’arresto di Messina Denaro.

Messina Denaro, il traslocatore: “Ho paura, non voglio far sapere chi sono

Parla il traslocatore
Matteo Messina Denaro (Ansa Foto) Notizie.com

Dopo che ha raccontato tutto quello che sapeva, però, di questa storia non ne vuole più sapere. Tanto da non essere più coinvolto. La paura, ora, per lui è molta. Tra coloro che condannano chi ha aiutato il boss in tutti questi anni, spuntano anche le parole da parte di Roberto D’Alfio. Ovvero il cognato di Andrea Bonafede, colui che ha ceduto i suoi documenti ed anche la sua carta di identità.

Queste sono le sue dichiarazioni verso il geometra che, ricordiamo, in questo momento risulta essere solamente indagato: “Spero che lo arrestino presto. Non mi spiego perché ancora non l’hanno fatto. Se avessi saputo che frequentava questa persona l’avrei denunciato io. E mi chiedo perché non l’abbia fatto lui. I suoi figli sono sotto choc e abbiamo paura di dire la verità all’anziana mamma“.

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