Uno scrittore ungherese è stato trovato morto a Roma a Capodanno. Aperta un’indagine per accertare meglio l’accaduto.
E’ giallo a Roma sulla morte di uno scrittore ungherese. Secondo le prime informazioni riportate dal Corriere della Sera, il 53enne è stato trovato senza vita nelle prime ore di sabato 1 gennaio nel bagno turco di un club privato in zona San Giovanni.
Il personale medico è intervenuto immediatamente, ma per l’uomo ormai non c’era più niente da fare. I sanitari hanno potuto constatare solamente il decesso. La Procura ha aperto un’indagine per accertare meglio quanto successo e il magistrato autorizzato l’autopsia per verificare le cause della morte.
LEGGI ANCHE <<< Nebbia a Roma a Capodanno, la spiegazione del meteorologo
Dalle prime informazioni, il corpo non presentava segni di violenza e questo sembra far escludere l’ipotesi di una morte violenza, ma gli investigatori preferiscono non escludere nessuna pista almeno fino a quando non hanno i risultati dell’autopsia.
Scrittore ungherese morto a Roma, il punto sulle indagini
La ricostruzione di quanto successo è ancora al vaglio degli inquirenti. Da quanto scritto dal Corriere della Sera, i carabinieri sul posto hanno sequestrato un sacchetto di polvere bianca e alcune fiale contenente un liquido misterioso. Potrebbero essere state proprio queste due sostanze a procurare la morte dello scrittore ungherese, ma si preferisce non escludere nessuna ipotesi almeno fino a quando non si hanno delle prove certe.
LEGGI ANCHE <<< Roma, funerale finisce in rissa: il triste motivo
Dalle prime informazioni, il 53enne ha festeggiato il Capodanno in un luogo diverso e poi intorno alle 5 è arrivato in questo club in zona San Giovanni. Non è esclusa, inoltre, la presenza di un’altra persona, ma su questo non si hanno delle conferme da parte degli inquirenti.
Le indagini proseguiranno nelle prossime ore per provare a ricostruire meglio quanto successo e risalire alle cause della morte dello scrittore. Una vicenda che ha ancora diversi punti da chiarire e per questo motivo gli investigatori preferiscono mantenere il massimo riserbo almeno fino a quando non sono in possesso di prove certe.