Batte Tsitsipas, conquista gli Australian Open, crolla in un pianto come mai nella sua carriera e poi fa un discorso bellissimo: la vittoria più bella
22, 10 e 1. Numeri importanti, numeri di una leggenda, numeri che racchiudono una giornata pazzesca. Il 22 sono gli slam conquistati in carriera, 10 le vittorie agli Australian Open e l’1 il numero a cui è più affezionato e quello che più gli è congeniale, quello della vetta della classifica Atp riconquistata dopo meno di un anno e che nella sua carriera ha detenuto per 373 settimane. E senza i punti di Wimbledon, con la scellerata decisione dell’Atp di non assegnarli in questa stagione che alla fine è stata comunque memorabile e indimenticabile. Quella di Nole Djokovic che, ancora una volta, sul campo e con le sue giocate ha zittito e annichilito tutti, pure gli stolti e i bacchettoni che ne hanno fatto, sbagliando, un’icona no-vax, anche e soprattutto per dargli addosso perché lui è il campionissimo e deve essere l’esempio.
Dall’inferno al paradiso in meno di 365 giorni. Tanti ne sono passati dalla cacciata agli Australian Open e da quei giorni confusi e disordinati con Nole parcheggiato in un albergo di periferia in punizione, come se fosse un delinquente. Cose che non ha dimenticato. Trattamento riservato solo a lui, anche perché, e se ne è venuto a conoscenza solo dopo, 6 giocatori (4 donne e 2 maschi) avevano la sua stessa situazione (covid avuto e diagnosticato cinque mesi prima con certificazione Oms, quindi non obbligato al vaccino), ma loro hanno fatto il torneo, lui è stato portato come esempio che il governo australiano non faceva differenza. Propaganda che lo stesso governo, con tutte le bugie che sono venute a galla mesi dopo, è caduto e non più rieletto. Non certo per Djokovic, ma quanto accaduto al campione è una delle pagine più brutte e meschine a livello politico-sportivo che ci siano mai state. Lui, nonostante il premier serbo Vucic (suo amico personale) pressasse per farsi riconoscere il torto, si è comportato da signore e solo sul campo ha voluto rispondere.
A fine partita si è rivolto ai bambini: “Coltivate e proteggete il vostro sogno, non permettete a nessuno di spegnere quella fiamma”
Novak Djokovic si è ripresentato a Melbourne dopo un anno, con una voglia e un’attenzione pazzesca. Anche queste due settimane sono state difficili, per l’infortunio alla caviglia e al ginocchio sinistro che non gli hanno dato tregua, ma tutto si è complicato anche e soprattutto di più per la leggerezza e l’erroraccio del papà (fotografato insieme a tifosi filorussi in festa) che subito gli hanno voluto far pagare. Lui, con dolore, ha chiesto al padre (col quale si sussurra ha avuto un pensate diverbio per questa faccenda) di non venire allo stadio per la semifinale e la finale con Tsitsipas (era l’unico assente nella parte riservata al team di Nole).
Ha giocato, sofferto e alla fine vinto una partita giocata in modo splendido e super. Da extraterrestre vero. E alla fine il decimo Australian Open ha un sapore speciale. “La vittoria più bella della mia vita, considerando tutte le circostanze”. Già, le circostanze. Perché, come dicevamo, il serbo un anno fa non partecipò allo Slam australiano, espulso dal Paese per la questione vaccino Covid. Pensieri che sicuramente sono passati nella mente di Nole quando, dopo la vittoria contro Tsitsipas, è corso nel suo angolo per abbracciare la famiglia e lo staff, scoppiando in lacrime. Un pianto disperato e nervoso, come mai aveva fatto nella sua carriera “È stato uno dei tornei più complicati per me – ha spiegato il serbo, da domani nuovamente n. 1 al mondo – Solo la mia famiglia e la mia squadra sanno cosa ho passato nelle ultime 4-5 settimane e a loro chiedo scusa perché stare vicino a me non è facile per niente“. E poi il passaggio bellissimo dedicato ai bambini: “Io e stefan (Tsitsipas ndr) siamo nati in Grecia e in Serbia, i nostri paesi non hanno una grande tradizione nel tennis, non ci sono tanti giocatori della storia dei nostri paesi che hanno fatto risultati incredibili. Ecco, il messaggio che voglio dare a tutti i bambini che sono in giro per il mondo e sognano di essere al posto nostro, ecco a voi non lasciate che nessuno vi tolga il sogno, non ha importanza da dove provenite, più svantaggi hai da bambino più sfide dovrai affrontare e più forte sarai. Bagnate i fiori, come si fa con le piante, con questo sogno che avete, trovate quelle persone e quella persona che vuole sognare con voi perché ce la farete. Non spegnete mai quella fiamma e non permettete a nessuno di farlo”.
La finale dei 10 titoli a Melbourne e dei 22 titoli Slam 💫
Djokovic batte Tsitsipas in tre set e vince gli @AustralianOpen 2023 🏆🇦🇺 Gli highlights del match 👇#AusOpen | #AO2023 | #EurosportTENNIS pic.twitter.com/8jO5jtx7pa
— Eurosport IT (@Eurosport_IT) January 29, 2023