Joe Biden ha risposto no alla richiesta dell’Ucraina di inviare gli F16. Matteo Mazziotti di Celso ai nostri microfoni: “Vi spiego perché”.
Sta facendo molto discutere il no di Joe Biden alla richiesta dell’Ucraina degli F16. La nostra redazione ha contattato Matteo Mazziotti di Celso, ricercatore di Geopolitica.info, per capire il motivo di questa decisione presa dal presidente americano.
Il presidente Biden ha detto no all’invio degli F16 in Ucraina. Qual è il vero significato di questa decisione?
“Per prima cosa dobbiamo dire che si tratta di attualità e, come già successo in passato, non possiamo escludere un passo indietro. Bisogna anche dire che stiamo parlando di aerei molto costosi e concepiti per combattimenti come in Iran e Iraq, Paesi con difese contraeree non serie. Quindi da un lato potrebbero avere un effetto positivo sulla guerra, ma dall’altra dovrebbero superare notevoli ostacoli e con il rischio di non avere un grandissimo significato dal punto di vista operativo“.
Il no di Biden può anche essere letto come un chiaro messaggio a Russia e Ucraina sulla guerra?
“Per me il no è legato principalmente alla questione costi-benefici dell’utilizzo di questi mezzi. Ma sicuramente il rifiuto di Biden è anche una conferma che gli Stati Uniti non hanno nessuna intenzione di arrivare ad una escalation totale. Un’altra cosa da dire è che questi aeroplani, essendo molto costosi, fanno difesi e diciamo che l’Ucraina non si ha a disposizione armi contraeree per proteggere gli F16 da un eventuale attacco missilistico russo“.
Gli F16 sono presenti in Europa?
“Per prima cosa bisogna dire in Europa quasi tutti i Paesi hanno i propri aerei. Ma ci sono anche Stati, come per esempio la Turchia, che hanno a disposizione dei propri F16. Poi naturalmente sono questi mezzi sono presenti in tutte le basi Nato“.
In questi giorni dalla Russia si è ritornati a parlare di Terza Guerra Mondiale. Ci sono state reazioni particolari dagli Usa?
“La Russia deve assolutamente continuare a trasmettere l’idea che per loro l’Ucraina è una questione di sicurezza nazionale di priorità massima e questo porta a parlare ancora una volta di guerra nucleare. Detto questo, secondo me l’ipotesi che venga utilizzata l’arma nucleare esiste, ma è molto remota“.