Nel lungo ma tracciato percorso che ci porterà inevitabilmente a una digitalizzazione dei servizi, lo Stato sta scegliendo il sistema migliore tra il vecchio Spid o la nuova carta d’Identità
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, l’ autunno scorso, il decreto del ministro dell’Interno, di concerto con il ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale e il ministro dell’Economia e delle Finanze, ha disciplinato e aggiornato le modalità di impiego della carta d’identità elettronica, quale strumento di identità digitale. In pratica la Cie viene equiparata come strumento digitale allo Spid.
La Commissione europea ha assegnato gare per 63 milioni di euro per sviluppare un wallet su cui conservare i nostri documenti di identità, sulla falsariga delle app del green pass. Ma sul come si dovrà metterlo in pratica si litiga ancora. Le imprese temono lock-in tecnologici. I colossi del web sono contro il Consiglio europeo. E lo Spid rischia di rimanere fuori dalla partita.
Il futuro sarà la digitalizzazione
L’Unione Europea si sta attivando in diversi settori per agevolare un futuro digitale per l’Europa, perché la transizione digitale sarà, nel prossimo futuro, un elemento chiave dello sviluppo economico e dell’autonomia strategica dell’UE. E l’Italia chiaramente sta cercando di farsi trovare pronta per non rischiarare di rimanere indietro in questo processo oramai avviato dopo l’avvento della pandemia. Infatti, con l’adozione del provvedimento che aggiorna l’utilizzo della Cie, la carta di identità elettronica diventa uno strumento digitale più semplice con il quale il cittadino può ancor più agevolmente accedere ai servizi in rete erogati dalle pubbliche amministrazioni e dai privati. L’upgrade della Cie la porterà inevitabilmente a prendere il posto dello Spid: “Il governo Meloni è intenzionato a spegnere lo Spid e a promuovere la carta d’identità elettronica (Cie) come unica identità digitale, nazionale e gestita dallo Stato”. Questo aveva dichiarato, lo scorso dicembre, Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica. Ma il passaggio potrebbe non essere indolore.
Meglio il vecchio Spid o la nuova Cie?
Il Sistema pubblico di identità digitale, lo Spid, è uno degli strumenti che è possibile usare per accedere ai servizi online della pubblica amministrazione ed è fornito da più aziende alle quali il cittadino si può rivolgere per ottenere la propria identità digitale personale da rinnovare annualmente ed accedere così ai servizi abilitati. Lo Spid ha tre diversi livelli di sicurezza: il primo consente di accedere ad alcuni servizi online attraverso un nome utente e una password. Il secondo permette invece di generare un otp mediante sms o app ed è necessaria su siti che richiedono un grado di sicurezza maggiore. Il terzo livello prevede anche un supporto fisico, sia esso una smart card o un dispositivo per la firma digitale remota. La Carta d’identità elettronica è già stata distribuita in più di 31 milioni di esemplari, in base alla progressione dei rinnovi alla scadenza del vecchio modello. E’ in formato tessera di plastica come un normale bancomat con sul fronte la foto dell’intestatario in formato laser e a differenza dello Spid, la carta d’identità elettronica garantisce sempre una soglia di identità di terzo livello, il più alto, la Cie contiene infatti un chip all’interno del quale sono conservati tutti i dati personali del cittadino ed è a tutti gli effetti una carta contactless. La differenza fondamentale tra Spid e Cie potrebbe essere trovata proprio nella presenza del chip che ancora non tutti i cellulari e i tablet dispongono di un lettore di riconoscimento “near field communication” o cotactless. che ne permetta l’utilizzo in qualsiasi momento.